SCALEA -
Il protavoce dei Verdi di Scalea Palmiro Manco presenta un esposto per chiedere la revoca del progetto del Porto di Torre Talao perché privo del parere di Valutazione di Impatto Ambientale. Il documento, corredato di documentazione cartografica indicante lo stato attuale dei luoghi e l'ipotesi progettuale che andrebbe ad inglobare l'intero sito di Torre Talao all'interno dell'area portuale, è stato inviato ai seguenti Enti e autorità istituzionali: Al Ministero per i Beni e attività Culturali Direzione Generale per i beni archeologici direttore dott. Stefano DE CARO; Alla Soprintendenza dei Beni Archeologici della Regione Calabria; Alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paseaggistici della Calabria; Al Presidente della Regione Calabria on. Agazio Loiero; Agli Assessori con delega alle Infrastrutture ai Lavori pubblici ed Ambiente della Regione Calabria Luigi Incarnato e Silvio Greco.
Ecco il testo integrale dell'esposto:
«Il direttivo dei Verdi di Scalea chiede alla Soprintendenza della Calabria la revisione del progetto riguardante i pareri “rilasciati” dagli uffici della Soprintendenza di Cosenza, all’amministrazione Comunale di Scalea in merito alla costruzione di un porto di 320 posti barca previsto attorno all'area dell’ex isolotto di Torre Talao che rappresenta una delle testimonianze paleolitiche più interessanti del meridione, motivi scientifici e studi effettuati sulle grotte paleolitiche della Torre Talao - Scalea (CS) dal 1914 al 2002 (vedi Allegato 1).
La scelta di progettare un porto nel sito archeologico di “Torre Talao secondo noi è stata errata. Oltre alla mancanza di studi di fattibilità concreti (prove in vasca ecc.) sta di fatto che nel progetto tramite un prospetto si specifica è si evidenzia la demolizione della scogliera (vedi Allegato 2) dove sono ubicate le grotte paleolitiche, che hanno un valore inestimabile come dimostrano i reperti litici ed ossei in esposizione al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Il progetto di un porto turistico attorno l’area di Torre Talao, al di là di degli aspetti sociali, ambientali e quelli legati alle convenzioni e alle leggi, andrebbe in pratica a distruggere le testimonianze preistoriche della Calabria. La modifica, anche parziale, di questa porzione di territorio cancellerebbe, dalla nostra realtà, una delle tracce più significative dell’evoluzione umana e uno dei contributi più consistenti alla ricerca storica e scientifica del mondo. Per questo chiediamo alla Direzione Generale per i Beni archeologici di predisporre un nuovo sopralluogo del sito e il riesame del progetto.
Inoltre il nostro partito chiede al Presidente della Giunta Regionale Agazio Loiero il congelamento dei fondi del finanziamento pubblico 30% da riconfermare per costruzione del porto solo in caso di delocalizzazione del sito affinché si possa valutare bene la situazione “ambientale” del Porto di Scalea, anche perché il progetto è privo della Valutazione di Impatto Ambientale. Infatti gli elaborati progettuali non sono stati sottoposti a procedura V.I.A. ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 349 del 1986 - valutazione fondamentale per un opera molto invasiva in un area Archeologica, oltre a ciò, secondo noi il progetto deve essere anche sottoposto ad una Valutazione e Prospezione Archeologica visto la prevista demolizione di una parte consistenze del sito archeologico.
Per tutto ciò descritto sopra si individua un’alterazione e la scomparsa di aree di grande interesse archeologico e la compromissione del significato territoriale di beni culturali. In base alla legge il D.Lgs. n° 4 del 16 gennaio 2008 e, al 1° comma dell’art. 29 chiediamo la REVOCA del progetto del porto nel sito di Torre Talao».
Scalea 03/10/2008
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