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Fare Verde Calabria contro omissioni del sindaco

PAPASIDERO - Fare Verde Calabria denuncia i ritardi omissivi e gli inspiegabili silenzi del sindaco di Papasiero Mario Bloise in merito alla questione dell’intervento di recupero del santuario di Santa Maria di Costantinopoli, divenuto ormai problema nazionale. L’associazione ambientalistica, che aveva effettuato un apposito sopralluogo presso il Santuario, aveva scritto al primo cittadino del parco del Pollino chiedendo di ricevere la documentazione completa sui lavori di messa in sicurezza della rupe che sovrasta la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, i lavori per il restauro del campanile e della chiesa medesima.

Chiedeva inoltre la documentazione sulle perizie eseguite a seguito dell’incendio del 2000 avvenuto sulla rupe che sovrasta la summenzionata chiesa. “A tutt’oggi – scrive il responsabile in un comunicato – il sindaco non si è degnato di fornirci un’adeguata risposta nonostante la Legge preveda un termine di 30 giorni. Forse il sindaco di Papasidero ha qualcosa da nascondere? Durante il nostro sopralluogo abbiamo rinvenuto in mezzo ai calcinacci buona parte del pavimento originario della chiesa. Tali mattonelle risalenti alla fine dell’ottocento e che costituiscono, quindi, una memoria storica del luogo e pertanto andavano preservate e non abbandonate”.

Della questione si era occupato anche il Nucleo per la tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri che ha documentato ogni dettaglio. “Fare Verde Calabria – conclude il documento –chiede di conoscere la procedura adottata nell’affidamento dei lavori circa la realizzazione delle gradinate che conducono alla Chiesa, che in origine erano in pietra locale, e per la regimentazione delle acque meteoriche sulla roccia che sovrasta il Santuario stesso. Roccia che è stata irrimediabilmente deturpata da uno strato di materiale cementizio misto a resina di colore grigio che la ricopre orribilmente impedendo la nascita di qualunque tipo di vegetazione arborea come un tempo.

I gradini che conducono alla Chiesa sono stati distrutti durante i lavori di restauro per permettere l’accesso ai mezzi motorizzati senza preventivamente creare delle protezioni agli stessi. Ed anche in questo caso la Soprintendenza è rimasta in silenzio. Per non parlare dei pessimi lavori di restauro della Chiesa stessa e dell’annesso campanile che sono stati dipinti con una scelta cromatica multicolore che mal si sposa con l’ambiente circostante e che in nessuna foto d’epoca da noi visionate è riscontrabile”.

san. pio gio.
03/03/2007
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