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Santuario Papsidero. Che la Chiesa intervenga!!

PAPASIDERO - Il Comitato civico consitutitosi recentemente per la tutela del santuario basiliano di Papsidero si rivolge direttamente alla Chiesa, dal parroco al Vaticano, chiedendo l'assunzione di una posizione.
Pubblichiamo di seguito il testo della richiesta d'intervento inviata dal Comitato Civico per la tutela del Santuario di S.Maria di Costantinopoli di Papasidero, inoltrata al Vaticano (Pontificia Commissione per i beni Culturali della Chiesa), alla diocesi di San Marco Argentano ed al parroco di Papasidero.

Reverendissimi Indirizzari di questa lettera,

da molti mesi oramai noi cittadini Papasideresi assieme a numerosi amici del nostro patrimonio storico e naturale stiamo portando all'attenzione degli enti coinvolti direttamente il problema che interessa il Santuario di S. Maria di Costantinopoli, arroccato sulla sponda destra del fiume Lao a Papasidero, piccolo e caratteristico paese appartenente alla Diocesi di S. Marco Argentano. Nello scorso dicembre 2006 ci siamo pertanto associati volontariamente in un Comitato Civico dal nome “Comitato Civico per la Tutela del Santuario di S.Maria di Costantinopoli – Papasidero” come comunicato recentemente, in data 19 gennaio 2007, anche al Ministero Italiano per i Beni e Le Attività Culturali al fine di tutelare il santuario stesso ed in generale il patrimonio storico, artistico e naturalistico papasiderese da ulteriori banalizzazioni.

problema già portato all’attenzione della Diocesi di S. Marco Argentano nell’estate 2005 da parte di alcuni degli attuali membri del nostro Comitato, riguarda interventi definiti di “restauro”, avutisi in seguito ad un incendio verificatosi nel 2000 sulla collina al di sopra del tempio ma non estesosi all’edificio stesso, opere irrispettose della memoria storica dell’edificio sacro, la cui torre campanaria ha oggi una colorazione non corrispondente all’originale, e della rupe che lo sovrasta ora cementificata ma una volta lussureggiante per la flora mediterranea che costituiva una stupenda e suggestiva cornice.
Membri del Comitato hanno fatto osservare nell'estate 2005 che la colorazione della torre campanaria (per la quale è stato creato un intonaco nuovo) non era corrispondente a quella originale ed in particolare che la cuspide resa azzurra era davvero fuori luogo.

I responsabili, visto il fermento che le nostre proteste avevano sollevato, hanno fatto rimontare le impalcature precedentemente smontate sul campanile e dipingere di grigio la cuspide (anche se in questi giorni il colore blu sta emergendo nuovamente in alcuni punti in maniera sgradevole a causa evidentemente della cattiva qualità del colore utilizzato). Per quanto riguarda la colorazione alla base del campanile, il sindaco (peraltro mai chiamato in causa, dato che ci si attendeva risposta piuttosto dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e del Paesaggio di Cosenza) ha risposto alla stampa che la colorazione che noi tutti ricordiamo (ocra a fasce bianche) in realtà sarebbe stata recente, mentre quella attuale (bianca a fasce rose) sarebbe la versione realmente antica.

Eppure questo non è assolutamente concorde con la memoria storica del santuario e con le testimonianze fotografiche, comprese quelle legate alle processioni religiose in onore della Vergine di Costantinopoli, ad essa relative. Per quanto riguarda la cementificazione della rupe definita come “messa in sicurezza” con rimozione da essa degli alberelli di macchia mediterranea così caratteristici (cosa assurda all'interno poi di un Parco Nazionale degno di questo nome), nessuno ha mai risposto nulla.

La mancanza di cura nei particolari balza poi all'occhio anche di un profano che si avvicini alla chiesa: schizzi di vernice rosa sui gradini del campanile, e, cosa ancor più insopportabile, la presenza di numerosi ed orrendi ganci metallici tra le colate di cemento della rupe.Dietro al campanile ci sono (o meglio c’erano, speriamo permangano) degli affreschi medievali di carattere sacro dipinti direttamente sulla roccia.
Schizzi di cemento a poca distanza dovuti alla cementificazione della rupe sovrastante li hanno banalizzati. Come riportato recentemente dalla stampa, per il recente restauro della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a Papasidero sono stati impegnati i fondi dell’otto per mille dell’IRPEF concessi con apposito decreto del Consiglio dei Ministri.

Quello che noi Vi CHIEDIAMO

è, una volta maturata una propria opinione a riguardo della vicenda, di rendere noto ai Papasideresi preoccupati per questo problema e soprattutto a coloro che possono facilmente intervenire per il ripristino, l’importanza di preservare la bellezza di un sito artistico e naturalistico della Chiesa dove l’opera dell’uomo si sposa da secoli con l’opera del Sommo Artefice, cioè la natura, nel deserto che è luogo d’incontro con Dio e che tanto favorisce la contemplazione e la meditazione o se dobbiamo invece rassegnarci all’idea di dover pregare sotto il cemento che soffoca le piante selvatiche e si oppone all’armonia completa del sito di preghiera e profonda spiritualità che desideriamo che Voi prendiate in considerazione.

Siamo sicuri che un’ora del Vostro prezioso tempo può significare molto, finanche il recupero, per quanto possibile, del sito in oggetto e ci aspettiamo una Vostra pubblica risposta in merito a questo bene della Chiesa e dei fedeli in un paese piccolo ma pieno di spiritualità che soffre nel vedersi dimenticato.
Fiduciosi in un Vostro intervento a proposito della questione proposta Vi esprimiamo i nostri più affettuosi e distinti saluti
.

In fede, COMITATO CIVICO PER LA TUTELA DEL SANTUARIO DI S.MARIA DI COSTANTINOPOLI - CCSSMC -PAPASIDERO

05/02/2007
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