COMUNICATO STAMPA DEI VAS
CETRARO - Continua senza sosta l'attività di contrasto alla pesca illegale posta in essere dall'Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus in Calabria a supporto del servizio svolto dalle Autorità Marittime. Nei giorni scorsi, il Consigliere Nazionale Emilio Quintieri aveva scritto una dettagliata informativa, tra gli altri, al Capo del Circondario Marittimo di Cetraro Tenente di Vascello Sergio Mingrone, al Capo del Compartimento Marittimo di Vibo Valentia Capitano di Fregata Domenico Napoli nonchè al Capo del Reparto Ambientale Marino presso il Ministero dell'Ambiente Contrammiraglio Vincenzo Pace proprio per segnalare che nelle acque territoriali del Circondario Marittimo di Cetraro, nonostante il divieto dell'Unione Europea, numerose unità praticano ancora oggi la pesca illegale al pesce spada con reti da posta derivanti di notevoli dimensioni e che ormeggiano regolarmente le loro imbarcazioni nelle strutture portuali della zona.
Successivamente, aveva interessato direttamente il Ministro dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio chiedendogli di intervenire immediatamente presso il Comando Generale della Guardia Costiera per far porre fine, una volta per tutte, a questo enorme massacro ed a questo grave atto di illegalità commesso ai danni dell'Ecosistema Marino. Nella giornata di ieri si è registrato l'ennesimo sequestro di reti pelagiche da parte del personale del Circomare di Cetraro ad un pescatore del posto.
Gli uomini della Guardia Costiera dopo averlo individuato gli hanno intimato il rientro nel Porto e qui hanno proceduto al sequestro ed al ritiro delle reti pelagiche derivanti. Il loro utilizzo è vietato in quanto estremamente dannoso per la biodiversità marina ed in particolare modo per i cetacei ed altre specie marine come le tartarughe, pesci luna, mante, etc. che, purtroppo, rimangono intrappolati a causa del muro sottomarino creato dalle reti. Infatti, i pesci sono costretti a nuotare cercando la via d'uscita determinano dei vortici nell'acqua che agitano le reti le quali avvolgono poi gli animali avvolgendoli.
Molto spesso, poi, a praticare tale tipo di pesca sono le stesse unità che hanno fruito di ingenti contributi economici nell'ambito del piano di razionalizzazione e riconversione in attuazione delle direttive comunitarie e nazionali. Questi soggetti oltre alle normali sanzioni previste andrebbero denunciati all'Autorità Giudiziaria per truffa aggravata ai danni dell'Unione Europea e dello Stato Italiano per non aver cessato l'attività di pesca con reti derivanti.
Tali comportamenti - spiega il Consigliere Nazionale dei Vas Quintieri - oltre ad esporre il Governo Italiano al rischio della procedura di infrazione, con la comminazione di una pesante sanzione economica, producono un danno gravissimo per tutto il ceto peschereccio, segnatamente per quelli che, pur essendosi adeguati alla normativa comunitaria e rispettandone i parametri, vengono coinvolti in una generale immagine di inadempienza, piuttosto diffusa in ambito della Commissione Europea, anche con rischio di danni concreti per la categoria in termini di ulteriori penalizzazioni.
Debbo ringraziare gli uomini della Guardia Costiera per la loro preziosa collaborazione ed il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio per aver dato da subito un segnale di forte attenzione verso la risorsa mare che essendo una risorsa strategica per l'ambiente, l'economia ed il turismo và rilanciata con decisione anche tramite apposite disposizioni legislative che oggi non ci sono.
Bisogna intervenire preventivamente per tutelare il nostro mare e le Autorità hanno gli strumenti per farlo sopratutto alla luce dell'ultima pronuncia dell'Avvocatura Generale dello Stato al quesito posto dal Reparto Pesca Marittima del Corpo delle Capitanerie di Porto circa la sanzionabilità in porto a quanti detengono a bordo reti da posta derivanti del tipo "spadara" ai sensi dell'Art. 2 del Regio Decreto nr. 1155/1940.
L'alto organo consultivo con questo parere ha semplificato e reso più incisiva ed efficace l'attività di accertamento e repressione svolta dalle forze di Polizia dando un decisivo impulso per debellare tale tipo di pesca illegale. Mi auguro che le forze di Polizia nessuno escluso facciano il proprio dovere facendo rispettare le disposizioni di legge e non tollerino la presenza nei Porti di pescherecci con reti spadare come quello di San Lucido dove regna un'anarchia totale.
Cetraro (CS), lì 21 Maggio 2007
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