SCALEA - Emozionante, toccante, intenso l'incontro avvenuto lunedì 23 marzo scorso presso il liceo scientifico linguistico "Pietro Metastasio" di Scalea con il campione italiano ed europeo di pallavolo Giacomo Sintini, detto Jack (vincitore di due scudetti, una Coppa Italia, tre Supercoppe, due Coppe Cev, una Coppa del Mondo e ben 77 presenze in Nazionale che l'hanno portato ad essere medaglia d'oro agli Europei 2005).
L'aula magna dell'istituto ha fatto da teatro all'incontro di questo campione con gli studenti delle classi del triennio, i quali hanno seguito l'intero meeting con grandissimo interesse e partecipazione emotiva. Dopo una breve introduzione della prof.ssa Cognata e il saluto della dirigente Filomena D'Amante, l'atleta di volley ha iniziato a raccontare la propria storia che, com'è noto, è diventata un libro intitolato "Forza e coraggio", pubblicato nel 2014.
Un ragazzo come tanti, o forse no, con la passione per lo sport, che in breve tempo si ritrova a giocare in serie A, a soli 18 anni. Ha trovato l'amore, ha creato una famiglia ed ha conseguito molti prestigiosi successi in campo nazionale ed internazionale, quando un giorno, al termine della stagione agonistica 2010-2011, un male silenzioso l'ha colpito. "Quando te lo dicono, è inevitabile pensarlo: cancro uguale morte", ha detto Jack, ricordando e condividendo con la sala gremita di ragazzi e docenti, tutti attenti, il momento in cui ha scoperto di avere un tumore al sistema linfatico che lo stava distruggendo dall'interno. Da qui l'inizio di un lungo e difficilissimo percorso durato un anno, tra chemio terapie e trapianti. Unica e costante forza, anche nei momenti più bui, l'amore per la figlia Carolina, che lo ha spinto a non smettere mai di lottare, a stringere i denti e a non lasciare nulla di intentato. Fino all'ultimo e devastante trattamento, dopo il quale ha rivisto la luce ed una speranza di vita. A due anni dalla diagnosi, l'impensabile: il ritorno in campo, e con una squadra fortissima, il Trento Volley, dietro incoraggiamento di tutti, in special modo del padre, che gli disse: "Non è un caso, perché quando siamo a terra sono sempre i più grandi che ci aiutano a rialzarci".
E così il grande ritorno di questo eroe, campione in campo e, cosa ancora più importante, nella vita. Il messaggio di speranza che ha portato è arrivato forte e chiaro nella platea, rimasta non indifferente a questo racconto di vita, e ci ha tenuto a condividere ciò che ha appreso da questa terribile esperienza: "Noi siamo molto più forti di quello che crediamo di essere, siamo molto più forti se combattiamo per qualcuno a cui vogliamo bene che per noi stessi, e da ogni brutta esperienza possiamo trarre fuori delle opportunità. Ricordatelo sempre".
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