BELVEDERE M.MO (CS) - Carissimi fratelli, Ci sono circostanze, come questa in cui il silenzio è più eloquente della parola, almeno delle nostre parole. Certamente hanno il loro valore le espressioni di solidarietà manifestate da tanti in questa occasione verso il confratello don Marcello e i suoi cari così come verso la grande famiglia presbiterale. Ma c'è una Parola, che supera le nostre ed ha il diritto di intervenire nella nostra vita sempre ed è la Parola di Dio.
Da essa vogliamo trovare, in questo momento segnato da tanta tristezza, luce e conforto. Siamo ancora nel tempo natalizio durante il quale abbiamo ricordato e commemorato come la Parola di Dio, il Verbo del Padre si sia incarnato ed abbia preso dimora in mezzo a noi.
Da allora è iniziata per l'uomo l'opera della sua stessa divinizzazione, egli cioè, creato a immagine e somiglianza di Dio, viene chiamato a partecipare fin d'ora della figliolanza divina, da vivere pur nelle mille contraddizioni del nostro mondo e del nostro tempo.
Già da questa premessa si può intravedere come l'uomo, ogni uomo è sacro al Signore suo Creatore, che solo stabilisce i tempi del nascere e del morire.
Perciò la morte della nostra sorella Iolanda, avvenuta a seguito di violenta aggressione, ha lasciato sgomenti il figlio, noi sacerdoti e la comunità di Belvedere Marittimo.
Ai tanti "perché", che si sono levati in conseguenza del grave delitto perpetrato in casa Riente, per ora non sappiamo dare risposta.
Cercheranno di darla le Forze dell'Ordine, da subito impegnate nella ricerca delle motivazioni che hanno indotto qualcuno a compiere un gesto tanto deprecabile, soprattutto perché perpetrato contro una donna sola ed indifesa, madre anziana ed ammalata.
Dico a voi tutti e a quanti giungeranno queste mie parole, segnate dal dolore e dallo sgomento, di collaborare con quanti sono preposti nella comunità civile alla ricerca della verità e al ristabilimento della giustizia.
Qualsiasi indizio o sospetto da parte di chiunque, a partire dallo stesso don Marcello, utile alla ricerca di chi o di coloro che hanno violato l'abitazione e ancor più la vita di questa mamma (la sua casa è collocata su una via principale di Belvedere!).
Agli autori anonimi di questo atto criminoso l'invito accorato a convertirsi per non essere ancora artefici di morte tra i fratelli.
Per tutti noi infatti, carissimi, vale sempre il comandamento "Non uccidere", per nessun motivo, esso risale al tempo di Mosè vissuto 15 secoli prima della venuta di Gesù di Nazareth.
Da quella venuta la società prende l'appellativo di "cristiana", perché Egli ha inaugurato una "civiltà cristiana", perche i fondamenti su cui essa è basata hanno origini con il cristianesimo.
Ma a volte, forse spesso, questo è solo un dato anagrafico, un asserto tutto da testimoniare, perché la fede nostra si rende credibile con l'amore.
Sant'Agostino commentando il Vangelo di Giovanni, dice: "È venuto il Signore, maestro di carità, a mostrarci che tutta la Legge e i Profeti si fondano sul precetto dell'amore che ha due aspetti verso Dio, che non vediamo; quello verso i fratelli che vediamo!"
Né sottovalutiamo l'opera demoniaca, che da sempre insidia il progetto del Signore e l'impegno di ciascuno di noi per il bene, il vero, il bello.
Il Signore Dio, come ci ricorda la liturgia della Epifania, pone le stelle sul nostro cammino.
Lo stesso Gesù, luce per le Genti fu fin da piccolo insidiato e ricercato a morte da Erode.
La Santa Vergine è la stella che guida i naviganti per il mare tumultuoso del mondo.
Le nostra mamme, questa mamma, che meglio di ogni creatura al mondo possano orientarci verso il sole di giustizia nel tormentato cammino della nostra vita.
Alla cara memoria di mamma Iolanda vada il tributo e anche la nostra preghiera di suffragio e il nostro filiale affetto.
Così sia.
+ Leonardo Bonanno - Vescovo di San Marco A. - Scalea
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