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ORSOMARSO - Via Porta la Terra è sicuramente uno dei percorsi più antichi del borgo; infatti crediamo che essa sia sorta in concomitanza con la formazione del primo nucleo urbano formatosi a ridosso del castello e alla torre dell'orologio. Una ipotesi abbastanza plausibile vedrebbe questa via svilupparsi lungo il perimetro del nucleo fortificato unitamente alla Via Castello, con la quale si ricongiunge da una parte proprio nello snodo centrale della Piazza Municipio e dall'altro subito prima del masso roccioso dalla forma tozza ("Monduprùcchiu") posto a ridosso del complesso dell'ex convento francescano.
Che sia una via storica, che per secoli ha collegato il paese con tutte le contrade e paesi posti a sud-sud-ovest, è fuori di dubbio, in quanto fino alla costruzione della cosiddetta "Via Nova" (Via Ziccarelli), risalente agli ultimi anni dell'Ottocento, la "Via Porta Della Terra" era l'unico percorso che nasceva dalla piazza di Orsomarso e si dirigeva in direzione sud-ovest e, dopo aver attraversato una probabile porta di accesso posta alla fine dell'abitato, oltrepassava il "Canale" che oggi ha il suo stesso nome, e concludeva il proprio percorso un centinaio di metri più in là, davanti ad una biforcazione dove sorgeva la vecchia cappella di San Sebastiano.
A destra, in direzione nord-ovest, si inerpicava un sentiero che portava alla località "Turricedda" e proseguiva attraverso boschi di macchia mediterranea e pendii impervi alla volta della località Olivaro (ubertosa terra di vini, ulivi e grano) e da lì verso ulteriori direttrici in direzione della Simara, Cotura, Assuolo, Armo Rotondo, Scorpari, ecc. L'altro percorso che svoltava a sinistra, scendeva a valle verso il fiume Argentino che raggiungeva alla località ancora oggi chiamata "Cimitero vecchio", dove era stato edificato fra il 1840 e il 1850 il primo cimitero del paese.
Tuttavia in precedenza, e per secoli, quel luogo aveva ospitato un'altra cappella dedicata alla Madonna di Loreto. Lì il percorso subiva un'ulteriore biforcazione: a sinistra vi era un attraversamento del fiume dal quale si ripartivano altre direttrici con la via mulattiera che dalla Mira si inerpicava verso Verbicaro, ma anche la principale che costeggiava la riva sinistra dell'Argentino in direzione del fiume Lao e della zona costiera. Un altro percorso si sviluppava seguendo la destra del corso del fiume in direzione delle località Pitullo, Grotta la paglia, Cotura, fino a raggiungere la foce dell'Argentino nel fiume Lao, poco più a monte della quale vi era un attraversamento dello stesso in direzione di Santa Domenica.
Via Porta la terra mantiene le sue caratteristiche originarie, nonostante lo sviluppo urbanistico dell'ultimo secolo che ne ha ampliata l'area edificata prolungandone il percorso che, addirittura, ad un certo punto subisce una biforcazione in due tronconi che procedono parallelamente, da una parte seguendo il vecchio percorso davanti all'edificio scolastico fino al ponte in legno, mentre dall'altro è praticamente scavato sulla roccia, passa davanti all'attuale sede dell'Ufficio postale, raggiunge il complesso dell'ex convento e la sede del Palazzo comunale e termina il suo percorso all'incrocio fra Via Vincenzo Guaragna e Viale Venturino Panebianco.
Fra gli edifici ristrutturati e rimaneggiati più volte si colgono a tratti i segni di antiche e solide strutture murarie in pietra che sono visibili ancora meglio nelle superstiti foto d'epoca che fortunatamente ancora si conservano.
Fra le varie curiosità che invitano a riflettere sul senso del nome che porta questa via, abbiamo scoperto che anche nel centro storico di Buonvicino esiste una Via Porta della Terra che però va in direzione Nord, verso la profonda valle del Fiume Corvino, la località Sarapodo e il Varco del Palombaro.
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