E' polemica per la rimozione del crocifisso in vari seggi elettorali sparsi in tutta Italia. Il primo episodio riportato è avvenuto ieri pomeriggio ad Amelia, in Umbria, dove all'atto dell'insediamento del seggio numero 8 nella scuola di Fornole, il presidente ha deciso di togliere il crocifisso dal muro dell'aula destinata alle operazioni di voto.
Una decisione che ha causato le immediate proteste di alcuni rappresentanti dei partiti di centrodestra impegnati nello stesso seggio. Alla fine sono intervenuti i carabinieri, che nella tarda mattinata di oggi hanno compiuto un sopralluogo verificando che il crocifisso non era stato ancora rimesso al suo posto.
Intervento dei carabinieri anche in un seggio del trevigiano a Cornuda dopo che un cittadino ha chiesto, e ottenuto, la rimozione del crocifisso. Dopo una breve consultazione con il responsabile dell'ufficio elettorale municipale, il presidente di questa sezione di voto, e in seguito quelli delle altre cinque, hanno acconsentito a togliere i crocifissi, dandone comunicazione anche alla Prefettura di Treviso. A nulla sono valse le proteste degli esponenti del centrodestra in quanto è stato fatto notare che la recente sentenza del Consiglio di stato sulla presenza dei simboli religiosi nelle aule si riferisce esclusivamente alla loro funzione scolastica, ma il contesto è diverso quando il locale è utilizzato per le operazioni di voto.
Non ha avuto invece soddisfazione un elettore di Senigallia, in provincia di Ancona, che malgrado si sia dichiarato ateo, non è riuscito ad ottenere la rimozione del crocifisso dal suo seggio e alla fine si è rifiutato di votare, riconsegnando le schede al presidente della sezione.
Anche ad Orsomarso e in molti altri comuni della Calabria, alcuni elettori hanno fatto notare la presenza del simbolo della confessione cattolica e ne hanno chiesto ai presidenti dei rispettivi seggi la rimozione. Nei casi in cui il presidente si è opposto i cittadini hanno messo a verbale la loro contestazione nella quale si ritiene che detto simbolo sia lesivo al principio di laicità dello Stato e alla legittima libertà nell'espressione di voto.
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