PARCO DEL POLLINO - Il TAR Calabria di Catanzaro non concede la sospensiva al ricorso delle associazioni ambientaliste contro la riapertura della Centrale Enel del Mercure a Laino Borgo (CS), ma in attesa delle sentenza di merito il WWF rilancia chiedendo al Ministero dell'Ambiente di farsi promotore di linee guida sulle centrali a biomasse a livello nazionale e all'On. Pappaterra, Commissario Straordinario dell'Ente Parco, di considerare attentamente tutte le criticità rappresentate dal progetto e di portarle all'attenzione della popolazione e delle istituzioni.
Quanto sta accadendo con la centrale del Mercure dovrebbe far riflettere tutti e spingere il Ministero dell'Ambiente a farsi promotore con urgenza, insieme al ministero dell'Agricoltura e a quello dello Sviluppo economico, della redazione di Linee guida nazionali che individuino e promuovano i criteri per un impiego sostenibile delle biomasse nel nostro paese. Anche le energie rinnovabili possono avere un impatto sull'ambiente, anche in luoghi molto lontani e specie se si tratta di megaimpianti: quindi, senza ideologismi, ma con buonsenso, vanno stabiliti i criteri perché tali impatti vengano minimizzati. Così facendo si favorirà lo sviluppo delle rinnovabili sostenibili e si massimizzerà il consenso sociale.
La situazione rasenta l'assurdo. Il WWF non si oppone a una centrale a biomasse, e quindi alternativa all'uso dei combustibili fossili, bensì contesta le carenze del progetto, le dimensioni, la scarsa considerazione dell'immenso valore naturalistico dell'area interna al Parco del Pollino - dichiara Lucia Ambrogi, responsabile Aree protette WWF Italia- Un impianto a biomasse di corrette dimensioni dovrebbe essere tarato sulle disponibilità locali di biomasse realmente utilizzabili, come gli scarti dei mobilifici, delle segherie, delle industrie di trasformazione di prodotti agricoli, colture dedicate, disponibili nel raggio di 30-50 km.
Ma qui si parla di un progetto da 35MW, che per essere sostenuto dovrà far ricorso a importazioni di materie prime oppure a coltivazioni intensive per l'approvvigionamento energetico, mettendo a rischio l'ecosistema di quest'area, che ancora vede presente la LONTRA, considerata prioritaria secondo l'approccio ecoregionale, condiviso anche dal Ministero dell'Ambiente.
Il WWF propone di puntare su filiere corte di produzione locale, sul modello dei distretti agroenergetici, con impianti tarati sulle reali disponibilità della risorsa in loco per evitare che il consumo energetico del trasporto sia maggiore della produzione. Non solo, in un habitat tutelato dall'Unione Europea con un Sito di Interesse Comunitario (SIC) e due Zone di Protezione Speciale (ZPS), esiste un forte rischio per le aree coperte da ecosistemi forestali e per la fauna e il pericolo di erosione del suolo deve essere eliminato.
Partendo dalla centrale del Mercure, il WWF, chiede che ogni progetto per bioenergie su estensioni superiori a 100 ettari venga fatta la valutazione di impatto ambientale per valutare i rischi di erosione, di riduzione della biodiversità, di aumento della diffusione di malattie delle piante a causa della semplificazione operata, causati dal prelievo dei residui forestali a scopo energetico che potrebbe impoverire eccessivamente i suoli. Il tutto coinvolgendo le comunità locali.
Roma, 17 luglio 2007 - Manuel Bertin - Ufficio Stampa WWF Italia.
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