PRAIA A MARE - Una stele commemorativa dedicata ad Armando Bencardino, capitano della squadra di calcio "Armando Picchi" di Praia a Mare protagonista negli anni Settanta del secolo scorso dei campionati dilettantistici categoria juniores. Un giovane di grandi qualità sportive ma anche vera eccellenza del Liceo classico di Praia a Mare (all'epoca sezione staccata del Liceo Telesio di Cosenza), scomparso prematuramente all'età di 19 anni la notte del 28 giugno 1977, mentre dormiva, pochi giorni prima dell'inizio degli esami di maturità. La figura di questo giovane che si apprestava ad intraprendere il percorso universitario in medicina, è stata delineata dall'allora preside del Liceo classico Raffaele Mandarano che ne ha sottolineato le qualità umane e di studente attento, rispettoso delle regole e impegnato negli studi con puntualità e dedizione.
La cerimonia ufficiale di inaugurazione del monumento che è stato ideato e progettato dall'artista Salvatore Pepe, si è svolta domenica 19 febbraio 2017 nella cittadina tirrenica in viale della Libertà, nei pressi del parco-giochi comunale intitolato allo stesso sfortunato giovane. All'intenso programma dei lavori, che sono stati coordinati da Egidio Lorito, sono intervenuti il sindaco di Praia a Mare Antonio Praticò, l'assessore Antonino De Lorenzo, i sacerdoti don Umberto Praino e don Franco Liporace, Gabriella Cosentino che ha portato i saluti del dirigente del Liceo classico di Praia a Mare e per la fondazione Armando Bencardino è intervenuto Riccardo De Lorenzo, che fu anche suo compagno di squadra.
Nel suo intervento il primo cittadino Antonio Praticò ha voluto spiegare il significato dell'evento ed i motivi della scelta di intitolare uno spazio pubblico a questo giovane figlio della cittadina alto tirrenica; in particolare ha sottolineato l'importanza di creare un luogo che conservi e custodisca la memoria di un giovane ingiustamente strappato alla vita da un destino così crudele; una scelta che, comunque, vuole rappresentare un inno alla vita e un messaggio permanente per i giovani, per spronarli a vivere questa età fondamentale impegnandosi nel coltivare i valori positivi dello sport, della cultura e l'amore per il proprio paese.
Il rappresentante della Fondazione Bencardino ha illustrato le finalità e l'impegno quotidiano del sodalizio nella promozione della cultura e dei valori umani nel mondo giovanile attraverso l'assegnazione di borse di studio a giovani studenti delle scuole di Praia a Mare. Molto significativa e intensa la testimonianza realizzata da Roberto Mandarano e Stefano Borrelli, i quali hanno presentato un brano biografico con accompagnamento musicale che ha ripercorso le tappe della breve ma intensa vita di Armando Bencardino.
La stele commemorativa è stata scoperta dai genitori Michele e Maria, dalla sorella Isabella e dal fratello Antonio il quale, nel suo breve intervento, conclusivo ha ringraziato tutti per l'affetto e la vicinanza dimostrata verso la sua famiglia e quanti si sono impegnati per la realizzazione di questo segno concreto in ricordo del giovane.
L'assessore De Lorenzo ha consegnato una targa a Giovanni Oliveto, allenatore negli anni Settanta dell'Armando Picchi, per l'impegno profuso insieme al dirigente della società sportiva Daniele Grosso in favore dei giovani attraverso il calcio giovanile e ogni forma di aggregazione collegata ad una pratica sportiva sana e onesta.
L'artista Salvatore Pepe, ideatore e progettista dell'opera, così ha sintetizzato il significato della stele: «L'opera che tiene fede alle mie caratteristiche stilistiche e soprattutto alle attese degli amici e dei familiari di Armando, che non volevano una effigie ma una stele commemorativa, si compone di una colonna in cemento armato, a base quadrata, rivestita in marmi policromi sui cui quattro lati è riportata la sagoma di una figura umana stilizzata nell'atto di calciare un pallone che nel suo assetto verticale va a simboleggiare la spirale della vita. E' un'azione interrotta, sospesa nel tempo della storia e del ricordo che si ripete su fasce orizzontali ad altezze diverse, come su una scala magica, catturando lo sguardo nell'ascendenza ritmica della figura alla cui sommità dominano, su una lastra metallica, due sagome bianche ed eteree.
La figura esile, ma al contempo solida e in equilibrio in geometrie rigorose, richiama l'eleganza del nostro atleta intento in un assist, lasciando agli altri il compito di continuare l'azione. Questa stele, concepita con le regole della sacralità dell'arte e della vita, vuole esprimere i valori più alti dell'esistenza. Vuole celebrare la virtù senza tempo dello stare insieme nel rispetto dei valori sportivi e soprattutto dei valori morali e della civica convivenza, nella continuità delle emozioni e del culto della memoria.»
0 commenti.
Per visualizzare lo spazio commenti è necessario accedere al sito.