ORSOMARSO - È iniziato e si è concluso dopo cinque minuti il Consiglio comunale di Orsomarso che era stato convocato su richiesta della minoranza di Insieme per Orsomarso per discutere degli atti vandalici perpetrati ai danni del patrimonio ecclesiastico e comunale.
Sembrava che tutto fosse iniziato normalmente e all’insegna della concordia dopo che, su proposta del Consigliere di opposizione Gianluca Bottone era stato fatto un minuto di commosso silenzio in memoria degli ultimi soldati italiani caduti in Irak. Ma evidentemente il vero oggetto del contendere doveva esplodere di li a poco, non appena si è passati alla discussione dell’unico argomento posto all’ordine del giorno.
Infatti subito dopo il via da parte del sindaco Angelo Paravati gli esponenti dell’opposizione hanno immediatamente posto il problema della partecipazione al dibattito da parte del numeroso pubblico presente, così come avevano richiesto espressamente. Gli animi si sono accesi immediatamente con l’insorgere di un vero e proprio muro contro muro; da una parte il sindaco che dichiarava di voler procedere per come previsto nella lettera di convocazione, senza l’intervento del pubblico, da vincolare ad un eventuale successivo assenso da parte sua, mentre dall’altra la minoranza con il consigliere Aldo Marra in testa, invece continuava ad insistere con una certa veemenza anche dopo che il primo cittadino aveva intimato di tacere, pena la chiusura della seduta.
Naturalmente Marra non si è minimamente fermato e il sindaco Angelo Paravati alzandosi, ha dichiarato chiusa la seduta, abbandonando l’aula seguito dai consiglieri di maggioranza. Contemporaneamente sono partite forti proteste da parte del capogruppo di minoranza Alfredo De Caprio il quale, mentre gli esponenti di maggioranza uscivano, ha gridato ripetutamente “vergogna!” applaudendo ironicamente insieme a parte del pubblico presente in sala.
Prima di lasciare l’aula consiliare il gruppo di minoranza ha incontrato i cittadini presenti, illustrando quella che è la propria posizione e le iniziative che avrebbe immediatamente posto in essere. Si è parlato ad esempio di rivolgersi al Prefetto per contestare formalmente la legittimità della decisione del sindaco di dichiarare chiusa la seduta in quanto non ve ne sarebbero stati i gravi e straordinari presupposti di legge che la giustificassero e commettendo, quindi, un vero e proprio abuso di potere.