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Torto o ragione

Alcuni pensano che la validità delle teorie scientifiche sia in stretta relazione con il periodo storico in cui la teoria stessa è stata formulata. In altre parole, le certezze che propone la scienza non sono poi tanto certezze, ma lo sono solo se considerate allo stato attuale di conoscenza della comunità scientifica. Gia perché, secondo alcuni, col passare del tempo e con l’aumento delle conoscenze, le teorie scientifiche esistenti in passato e considerate allora certe, sono state sostituite che tengono conto delle nuove scoperte nei disparati campi della scienza. Oggi, allo stesso modo, consideriamo veritiere le attuali teorie ma è facile prevedere che anche queste in futuro verranno sostituite con delle teorie nuove. E così via, teoria dopo teoria. Questo significa forse che dovremmo prendere con le molle ciò che ci dice la scienza; non dovremmo fidarci troppo perché ciò che si dice oggi verrà probabilmente smentito domani.

Così la Teoria della gravitazione di Newton è stata sostituita dalla Teoria della relatività generale di Einstein, le Teorie elettriche e magnetiche sostituite e inglobate in un’unica Teoria elettromagnetica e la Teoria dell’evoluzione delle specie di Darwin forse verrà sostituita anch’essa in futuro.
A questo punto c’è da chiedersi una cosa: ciò che non è esatto è per forza di cose sbagliato? Se la Relatività ha sostituito la teoria classica di gravitazione vuol dire che questa ultima è falsa e che Newton si sbagliava?
Prima di rispondere a questa questione, bisogna fare alcune considerazioni.

Innanzi tutto, comunemente quando si parla di scienza ci si riferisce alla cosiddetta Scienza galileiana, che prende il nome dal suo padre fondatore, Galilei. Con Galilei ebbe inizio l’era scientifica in cui le teorie scientifiche vengono sviluppate attraverso un preciso metodo di indagine, il metodo scientifico appunto, che si basa principalmente sull’osservazione, l’esperimento e la riproducibilità dei fenomeni oggetto dell’indagine. Prima di Galilei e dell’avvento dell’era scientifica la scienza (intesa come ricerca di conoscenza) era ben diversa da quella attuale. Le teorie venivano sviluppate da pensatori, i quali godevano di grande considerazione e rispetto intellettuale, essenzialmente sulla base dell’intuizione, di quello stabilito dai filosofi anteriori o di quanto stabilito dall’autorità della Bibbia. Così Aristotele sanciva che l’Universo era costituito da quattro elementi: fuoco, acqua, aria e terra e che il Sole fosse stato creato al solo scopo di fornire luce diurna alla Terra, immobile al centro dell’Universo. Questo è anche quello che è scritto nella Genesi e la Bibbia per gli uomini dell’era pre-scientifica non si discute. In sintesi, la conoscenza era circoscritta al prodotto dell’immaginazione dei filosofi più illustri e alla formula imposta del "così è scritto".

Considerando questo modo di procedere per sviluppare teoremi, non ci meraviglia che le teorie di Aristotele, così come i racconti della Genesi, siano stati possentemente smentiti e rigettati.
Ma la Scienza, quella con la "S" maiuscola, la Scienza galileiana, è tutt’altra cosa e la differenza fra torto e ragione va considerata diversamente.

Supponiamo di porre a due persone questa domanda: "Quanto fa 5+3?". E supponiamo che la prima persona risponda a questa domanda dicendo "arance" mentre la seconda risponda dicendo "numero intero positivo". Nessuno dei due ci ha dato la risposta che ci saremmo aspettati, cioè "8", ma possiamo dire che entrambi hanno sbagliato? E se hanno sbagliato, hanno sbagliato in egual misura o uno dei due ha risposto meglio dell’altro?
Certamente non possiamo considerare valida la prima risposta "arance" perché è incompatibile con la domanda. Cosa si può dire invece sulla seconda risposta? Non è estremamente precisa ma non è neanche del tutto sbagliata giacché "8" è un "numero intero positivo".
Per la scienza (la scienza galileiana, l’unica che prendiamo in considerazione) è un po’ la stessa cosa e le sue risposte assomigliano alla risposta non del tutto sbagliata della seconda persona a cui avevamo rivolto la precedente domanda.

La scienza non fornisce risposte assolutamente esatte e precise, non potrebbe farlo senza una conoscenza assoluta di tutto l’Universo, conoscenza che forse non si avrà mai. I teoremi scientifici che abbiamo considerato, talvolta chiamati "leggi della natura", non sono in realtà vere leggi; sono bensì delle generalizzazioni di taluni comportamenti che si verificano regolarmente in natura. Così la "Legge" gravitazionale è la generalizzazione del comportamento attrattivo che si verifica reciprocamente tra i corpi. Queste generalizzazioni possono essere più o meno accurate perché sono basate principalmente sull’osservazione e sull’esperienza. Non sono mai però del tutto sbagliate.

La Teoria della gravità di Newton non è sbagliata, anzi è molto precisa ma non funziona quando sono in gioco corpi con massa enorme o velocità vicine a quella della luce. La Teoria della relatività di Einstein riesce a predire anche i fenomeni gravitazionali in cui partecipano grandi masse e grandi velocità ed è perciò più completa della Teoria di Newton che ne rappresenta un caso particolare. Lo stesso si può dire delle Teorie dell’elettricità e del magnetismo che possono essere considerati un sottoinsieme di una Teoria più generale che prende in considerazione entrambi i fenomeni, sia elettrici che magnetici: la Teoria elettromagnetica.

Per quanto riguarda la Teoria dell’evoluzione di Darwin non è stata ancora trovata una generalizzazione che approssimi meglio i meccanismi dell’evoluzione biologica, ma non c’è dubbio che qualora venisse trovata non rinnegherebbe la Teoria di Darwin ma la ridurrebbe ad un caso particolare di una Teoria più completa che si avvicina meglio alla realtà evolutiva delle specie viventi.
In conclusione, credo che torto e ragione non siano due concetti assoluti, vale a dire che chi non ha ragione non ha certamente torto, e viceversa. In vero ci si può avvicinare sempre di più al torto o alla ragione e mi sembra che la scienza, man mano che progredisce, sia sempre più dalla parte della ragione.

Stefano Sangiovanni
14/01/2005

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