|Calabria
Minacce di azioni estreme dai dipendenti CMAT
VERBICARO
– I dipendenti della Comunità montana ‘’Alto Tirreno’’ di Verbicaro si sentono sempre più abbandonati al proprio destino, di fronte all’assenza della Regione Calabria che fin’ora non ha prodotto alcun atto concreto per cercare di risolvere la situazione di strangolamento finanziario provocato dal debito di oltre 2 milioni di euro nei confronti della ditta Lamaro Spa.
Ad esternare tutto il malessere e l’avvilimento degli undici lavoratori è stato Pietro Marino, sindacalista della Cisl che non ha escluso per il prossimo futuro l’adozione di iniziative estreme, anche individuali, per cercare di smuovere quella specie di muro di gomma che sembra esserci da parte dei livelli istituzionali superiori che, a dispetto degli impegni ufficiali assunti in sede di Consiglio regionale con voto unanime, non hanno praticamente prodotto niente di concreto, dando anzi la sensazione di un estremo distacco rispetto ad un problema che non è esagerato definire drammatico.
Chi invece non resta fermo e inoperoso, è l’impresa creditrice, la Lamaro Spa che, visto finire negativamente il tentativo di pignoramento dei fondi dell’Ente comunitario attraverso la Sezione di Scalea del Tribunale di Paola, alcuni giorni fa è tornata alla carica con i suoi legali, cambiando però strategia e avviando un’azione di recupero delle somme vantate, direttamente presso la Regione Calabria. Un’iniziativa, quest’ultima, che potrebbe andare a colpire risorse finanziarie fondamentali per la Comunità montana ‘’Alto Tirreno’’ come i fondi Fio, della Legge sulla montagna e, addirittura, anche quelli che riguardano i trasferimenti per i lavoratori idraulico forestali gestiti per conto della Regione Calabria.
Come risposta immediata, il Commissario prefettizio Luigi Pontuale ha dato incarico a legali di fiducia per tentare di contrastare quella che sembra un’azione davvero letale per l’Ente di contrada San Francesco, che porterebbe cioè al collasso definitivo. La dimensione reale del problema ci viene descritta senza giri di parole da Pietro Marino: “Non avendo ricevuto finanziamenti o erogazione di fondi che normalmente vengono destinati alle comunità montane, l’Ente è praticamente a cassa zero e si potrebbe arrivare entro breve tempo a casi limite come la sospensione dell’erogazione di energia elettrica per il mancato pagamento delle bollette e, naturalmente, anche all’interruzione del pagamento degli stipendi per gli undici dipendenti. La paralisi della Comunità montana – continua Marino – è di fatto totale, in quanto non si potrà garantire più neanche la gestione ordinaria e, di fronte a tutto ciò, lascia sconcertati l’assenza della Regione Calabria che, invece, da tempo ha assunto impegni ben precisi”.
Ma a proposito della Regione, si è appreso che essa non solo non ha prodotto alcun atto concreto, ma non ha neanche accreditato le anticipazioni di cassa che negli anni 2002 e 2003 la Comunità montana aveva effettuato per il pagamento delle spettanze dei circa 150 lavoratori idraulico-forestali. E si tratta di una somma di tutto rispetto, circa 750 mila euro, dei quali non c’è traccia nel bilancio regionale di quest’anno, nonostante le reiterate richieste effettuate.
“La preoccupazione – conclude Marino – è grandissima da parte dei dipendenti che si sentono vittime di una situazione rispetto alla quale non hanno alcuna responsabilità. Non si comprende l’assenza ed il disinteresse dei vertici regionali; un’assenza che avvilisce e ci porta al punto di assumere atti estremi ed eclatanti di disperazione“.
(San.pio gio)
28/10/2004
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Fonte:
http://www.abystron.org/expo/calabria/precedenti/comunit%c3%a0-montana/avviliti-i-dipendenti.aspx
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