SCALEA – Il vescovo della Diocesi San Marco-Scalea Domenico Crusco in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico ha indirizzato una lettera agli studenti, ai genitori, ai docenti, ai dirigenti scolastici e ai responsabili delle pubbliche istituzioni.
Dopo aver affermato che «
Il tempo della scuola è tempo di grazia per tutta la comunità», mons. Crusco ha sostenuto di volere «
una scuola che si preoccupi di formare le future generazioni e che apra il cuore dei ragazzi e dei giovani alla speranza di un mondo più giusto, più umano e più cristiano».
Una riflessione particolare il vescovo l’ha voluta dedicare agli scenari mondiali quotidiani davvero inquietanti: «
Il nuovo anno scolastico prende l’avvio in un contesto segnato da scenari di guerra e di conflitti che non possono non riguardare la questione educativa. Le conseguenze nefaste del terrorismo con i suoi bollettini di continui sequestri di persona e i terribili fatti di sangue che si sono abbattuti proprio di recente in una comunità scolastica in Ossezia, debbono coinvolgere tutte le agenzie educative presenti sul territorio perché l’intercultura e la diversità diventino i valori di riferimento di una proposta educativa continua.
L’”altro” e il “diverso” non sono nemici da cui difendersi, ma coetanei con i quali crescere insieme. Anche in termini didattici ed educativi costituisce un sicuro valore la possibilità che un fanciullo italiano si trovi ad apprendere e a gustare il senso della preghiera islamica dalle labbra di un suo compagno di banco musulmano, nel rispetto reciproco dei propri principi e dei propri valori, che per noi cristiani sono luce e forza nel quotidiano pellegrinare. La coerenza ai nostri valori è segno della nostra fedeltà a Cristo e alla Chiesa.
All’intera comunità scolastica – prosegue mons. Domenico Crusco –
voglio dire di adoperarsi insieme (comunità scolastica, genitori, parrocchie, enti presenti sul territorio) per educare al tema della pace e della solidarietà vicendevole per proporre quei valori eterni ed universali propri della cultura cattolica presente nel nostro ambiente».
La pressante sollecitazione a riscoprire e coltivare il valore dell’accoglienza e della solidarietà viene tradotto in un vero e proprio itinerario didattico e culturale con l’invito alla comunità scolastica a riappropriarsi delle tracce di spiritualità orientale, presenti nella nostra diocesi.
«
L’immigrazione dei monaci e di popolazioni orientali – scrive il vescovo –
dopo la caduta dell’impero romano (VI secolo d. C.), sta alla base di un importante influsso della spiritualità brasiliana nel nostro territorio diocesano. Le tracce di questo passaggio sono visibili ancora oggi attraverso la presenza di alcuni ruderi di antiche chiese o abbazie: i ruderi del convento di San Sozonte (San Sosti), la Specola di San Michele (San Donato di Ninea), San Ciriaco (Buonvicino), Santa Maria di Mercurio (Orsomarso), Madonna di Costantinopoli (Papasidero). Un’ulteriore prova di questa forte presenza è data dala venerazione e dal culto, molto diffusi, dei santi Elia, Fantino, e Stefano in tutta l’area del Mercurion.
La globalizzazione – conclude mons. Crusco –
rappresenta una sfida certa su cui misurare i nostri percorsi educativi. Il territorio potrà diventare una valida risorsa per scoprire le tracce di quei valori spirituali necessari per la crescita armonica e completa di ogni uomo. In questo senso dobbiamo fare nostro quanto il Papa. S. S. Giovanni Paolo II, ha avuto modo di dire nell’ambito della II giornata degli universitari, dove ha ribadito la necessità di costruire il futuro senza dimenticare l’eredità di duemila anni.
Voglio infine incoraggiare i giovani a riappropriarsi del passato per riscoprire le loro radici così da essere non semplicemente oggetti di una proposta, ma protagonisti attivi di un cammino serio e appassionato».