ORSOMARSO - Il Consiglio comunale di Orsomarso nella seduta di oggi pomeriggio, 14 luglio ha approvato all'unanimità la proposta di Ordine del giorno presentata dal Gruppo consiliare Rinascita Democratica riguardante il cosiddetto "DDL Calderoli" per l'attuazione del progetto dell'autonomia differenziata di cui all'art. 116, terzo comma, della Costituzione.
L'ampio e approfondito dibattito ha evidenziato una piena sintonia di posizioni fra il gruppo di maggioranza e di opposizione nel merito del giudizio sul DDL Calderoli e sui rischi per il futuro dell'Italia. In particolare è stato posto l'accento sui seguenti aspetti:
- la sostanziale emarginazione del Parlamento, escluso dalla fase di trasferimento delle funzioni delle risorse e dal monitoraggio, e ridotto a pareri non vincolanti nell'adozione dei Livelli Essenziali di Prestazione, adottati invece con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri: modello viziato da assai dubbia costituzionalità;
- la compartecipazione al gettito tributario maturato nel territorio regionale a vantaggio delle regioni economicamente più forti; evenienza che comporterebbe maggiori finanziamenti alle regioni del Nord, che disponendo di più risorse hanno quindi una spesa storica più bassa; con conseguente aumento del divario aumento del divario tra Nord e Sud sui livelli essenziali di prestazione, preoccupazione denunciata anche dallo SVIMEZ;
- se questa scelta di devoluzione si realizzasse sarebbe colpita l'unità giuridica ed economica della Repubblica (art. 2, 3 e 5 Cost.) con enormi complicazioni nel governo delle singole materie, in danno dell'uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni locali e nazionali.
Nello specifico il Consiglio comunale di Orsomarso ha approvato all'unanimità:
DI CHIEDERE al Governo che:
1. Qualunque disegno di legge attuativo dell'autonomia differenziata ex art. 116. Comma 3 Cost., sia inviato alle Camere come DDL Ordinario, al fine di permettere un approfondito e indispensabile dibattito pubblico nel Paese su scelte che determineranno importanti e potenzialmente irreversibili conseguenze istituzionali, economiche e sociali. Coinvolgendo in tale dibattito sindacati, associazionismo, studiosi, autonomie locali e soprattutto il Parlamento a cui va riservato un ruolo centrale anche nella valutazione di merito delle eventuali intese;
2. Vengano obbligatoriamente definiti - prima di eventuali intese con singole regioni - LEP e LEAS, costi, fabbisogni standard e fondi perequativi, senza i quali non è possibile stabilire le risorse necessarie a finanziare le prestazioni sulla base del principio di uguaglianza, garantendo uniformità su tutto il territorio nazionale e vietando, in particolare, regimi transitori governati da fantomatiche "commissioni paritetiche" prive di qualsiasi legittimazione politica;
3. Ogni trasferimento di materie avvenga nel rispetto dei principi di solidarietà e unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali col resto dell'Italia;
4. Il processo di eventuale devoluzione di cui all'art. 116, c. 3 Cost. avvenga nel rispetto del principio di sussidiarietà nell'esercizio delle funzioni amministrative e non si traduca in un accentramento regionale in danno delle autonomie locali.
- Per quanto riguarda, invece, l'ordine del giorno riguardante l'istituzione di una commissione consiliare per l'elaborazione di una proposta di regolamentazione della gestione della Riserva Naturale Orientata Valle del Fiume Argentino istituita 36 anni fa con Decreto del Ministero dell'Ambiente n. 425 del 21.07.1987, dopo un approfondito confronto che ha fatto emergere una sostanziale concordanza di posizioni, essendo emersa l'esigenza del Gruppo di maggioranza di ulteriori approfondimenti, all'unanimità il Consiglio ha deciso di rinviare la trattazione dell'argomento alla prossima seduta del civico consesso.