ORSOMARSO - Le associazioni culturali Augusto Daolio e Abystron, con una nota congiunta firmata dai rispettivi presidenti Giuseppe Blundi e Stefano Sangiovanni, hanno espresso netta contrarietà all'ennesimo progetto di derivazione delle acque del fiume Argentino ad uso idroelettrico. L'iniziativa era stata trasmessa al Comune di Orsomarso con ordinanza del Dirigente del Settore Ambiente e Demanio Idrico della Provincia di Cosenza in data 26/01/2015.
I responsabili delle due associazioni che sono presenti da anni sul territorio e hanno tra le proprie finalità la tutela e valorizzazione dell'ambiente, dopo aver preso visione degli elaborati progettuali, secondo quanto contemplato dall'ordinanza medesima, hanno presentato una serie puntuale e documentata di "osservazioni" in base alle quali sono giunti alla conclusione che la realizzazione dell'intervento sia da rigettare. In particolare il documento, che è stato trasmesso agli enti istituzionali competenti, richiama la normativa comunitaria sulla valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati e degli effetti dei piani e programmi sull'ambiente. Viene rilevato, inoltre, il fatto che nella relazione al progetto non si tiene conto delle disposizioni legislative da rispettare in virtù del fatto che l'intervento ricade nell'area protetta del Parco Nazionale del Pollino: a cominciare dal Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali che, fra i "Beni tutelati per legge", in ragione del loro interesse paesaggistico, vi sono "i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna". E il fiume Argentino risulta inserito in questo elenco, a partire dal punto in cui sfocia nel fiume Lao.
La sequela di norme richiamate dai presidenti delle associazioni Daolio e Abystron contempla anche la Legge Quadro sulle aree naturali protette e quella riguardante le "Disposizioni in materia di risorse idriche" all'interno delle stesse, concludendo con la chiosa per nulla secondaria, che la Valle del fiume Argentino, interessata all'intervento richiesto, fa parte dell'elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale. Oltre al fatto che le normative richiamate non risulterebbero essere rispettate, i firmatari del documento aggiungono che "il Comune di Orsomarso ha in itinere il Piano Strutturale Comunale e, in tal caso, vanno osservate le misure di salvaguardia, in modo particolare nell'area in questione, nella quale sussistono da tempo attività commerciali, opere di protezione idraulica e di urbanizzazione. L'intervento in questione andrebbe a ledere in modo irrimediabile un'area che per le situazioni di fatto esistenti e per la vocazione del posto, al netto delle disposizioni legislative in materia, deve avere, comunque, tutt'altra destinazione".
Osservazioni precise e circostanziate che, secondo Stefano Sangiovanni e Giuseppe Blundi, portano alla logica conclusione che esistono tutti i presupposti di legge affinché il progetto di derivazione dell'acqua del fiume Argentino ad uso idroelettrico venga rigettato.
Al di là di tutte le considerazioni che si possono fare, certamente questa vicenda dimostra quanta improvvisazione e superficialità vi sia in iniziative come queste, che purtroppo ottengono anche il visto di importanti uffici pubblici; ma la vera lezione che bisogna trarne è ben riassunta dallo stesso Giuseppe Blundi quando afferma che "sia giunto ormai il momento che si apra un serio dibattito sull'utilizzazione e la pianificazione delle risorse ambientali", non accettando passivamente il ruolo subalterno di colonia o, peggio, di terra di conquista.