ORSOMARSO - L'ossessivo tam tam delle reti Rai che ricordano anche a chi il canone lo ha già pagato per tempo, che ci si può mettere in regola entro la fine del mese con una piccola sovrattassa, ha sicuramente l'effetto della beffa, almeno per tutti quelli che vivono in piccoli paesi interni come Orsomarso dove, tradizionalmente, il segnale televisivo è sempre stato a dir poco fragile.
Infatti, ogni volta che passa lo spot autopromozionale che snocciola i numeri di trasmissioni e programmi di "mamma Rai", non possiamo far altro che prendere atto che dei 14 canali della tv pubblica che l'avvento del digitale terrestre avrebbe dovuto garantirci, a noi è consentito vederne soltanto 4 (Rai uno, Rai due, Rai tre e Rai news24), ai quali se ne vanno ad aggiungere 6 di Mediaset. Non si può vedere altro, nonostante il digitale terrestre prometteva di rivoluzionare e moltiplicare l'offerta sul piccolo schermo. Arriviamo addirittura alle comiche quando vi sono condizioni meteo leggermente avverse, a volte anche senza nemmeno questa giustificazione, ecco apparire l'avviso mobile sullo schermo che ci informa che il segnale è assente e risulta vano ogni tentativo di nuova ricerca.
Insomma, siamo ormai nel primo quindicennio del terzo millennio e ancora si vivono le deficienze di cinquant'anni fa, pagate regolarmente con il canone. Di fronte a questa palese ingiustizia e disparità di trattamento, cresce sia l'irritazione che il senso di frustrazione derivante dal sentirsi quasi quotidianamente sbeffeggiati e abbandonati alla stregua di cittadini di seconda o terza fascia dei diritti. Non è però pensabile che in un mondo super tecnologico come quello in cui viviamo, si possa tollerare tutto ciò e c'è già chi propone di avviare un'azione collettiva. La cosiddetta "class action", procedimento disciplinato dall'art. 140-bis del Codice del consumo (d.lgs. 206 del 2005) che, sotto la rubrica "azione di classe", prevede l'attivazione di un processo da parte di ciascun soggetto danneggiato, anche tramite associazioni cui si dà mandato o comitati cui si partecipa. Uno strumento di tutela collettiva tendente ad ottenere un risarcimento idoneo rispetto all'innegabile danno subito a causa del mancato o parziale servizio ricevuto, nonostante per lo stesso si sia preteso il pagamento di un canone obbligatorio.