ORSOMARSO - Un servizio di oltre mezz'ora realizzato da EsperiaTv, emittente di Crotone, ha riportato al centro dell'attenzione del grande pubblico Orsomarso e la Vałle del fiume Argentino, evidenziandone le specificitàà geo-morfologiche, naturalistiche e ambientali che ne fanno una delle aree più belle ed interessanti del mondo, ma ponendo al centro anche gli aspetti del grande patrimonio storico-archeologico e culturale, con testimonianze archeologiche risalenti a oltre mille anni fa. Protagonisti della puntata del Diario di viaggio andata in onda martedì 16 settembre 2014 a cura di Daniela Malatacca con la regia di Gianluca Basile, e rilanciata dalle autostrade telematiche e sui social network, il naturalista e scrittore Francesco Bevilacqua, grande conoscitore e divulgatore dei Monti di Orsomarso, dell'area del Parco nazionale del Pollino e di tutta la Calabria più in generale.
Il viaggio inizia sull'eccezionale belvedere delle alture carsiche poste sul versante nord dell'abitato di Orsomarso, i crivi della Simara e di Sant'Angelo che dominano la riposta valle dove è adagiato il pittoresco centro storico. Percorrendo un sentiero alpestre le telecamere di EsperiaTv ci conducono in uno dei posti più affascinanti e sconosciuti del comprensorio di Orsomarso, la grotta santuario dell'Angelo dove, secondo una lunga e approfondita serie di studi e ricerche, intorno all'anno 950 dimorò per un decennio San Nilo da Rossano, santo monaco e figura simbolo della spiritualità e della cultura legata al monachesimo greco, o basiliano, con le sue centinaia di monasteri, asceteri e cenobi, fioriti in tutta la Calabria e in Italia meridionale a partire dall'alto medioevo. Attraverso la sapiente guida di Francesco Bevilacqua e dell'entusiasta intervistatrice, veniamo introdotti in una storia ed in un tempo ancora tutto da scoprire, tutelare e valorizzare.
Dopo questo incredibile tuffo alle radici stesse della nostra civiltà, il viaggio prosegue poi immergendosi nel Wilderness della natura, la Valle del fiume Argentino dove si esalta tutta la passione e la ultraventennale dedizione di Bevilacqua verso l'ambiente e ciò che di unico ed irripetibile può offrire, soprattutto in termini di emozioni e sensazioni profonde. La misteriosa e sinuosa valle si estende sulla direttrice ovest-est fra il Tirreno e le cime appenniniche per oltre trenta chilometri, incisa fra vette che raggiungono e superano i 1600 metri di altitudine, in un mare verde di boschi di leccio, faggio, querce, cerro, orniello ed ogni altra specie della flora mediterranea, con una menzione particolare per il pino loricato (Pinus Leucodermis), vero fossile vivente ed emblema del Parco del Pollino. Un areale all'interno del quale vivono centinaia di specie faunistiche fra le quali spiccano per importanza scientifica, il capriolo autoctono, l'aquila reale, il gufo reale, il picchio e decine di altre specie di rettili, avifuna e ornitofauna. Endemismi che vengono magistralmente richiamati dalla nostra guida che fa anche un breve excursus sulle vicende storiche di questo territorio che hanno attraversato buona parte del Novecento: dai tagli indiscriminati dell'enorme patrimonio boschivo, da parte di ditte del Nord, al tentativo posto in essere dal Comune di Orsomarso intorno alla metà degli anni Ottanta, di costruire una strada a scorrimento veloce lungo la valle, unito al progetto dell'Enel di prelevare buona parte dell'acqua del fiume Argentino nella località Pantagnoli che, tramite una galleria, avrebbe dovuto alimentare una grande centrale idroelettrica ubicata nella località Palazzo, sulla riva sinistra del fiume Lao.
Progetti dissennati che avrebbero aperto la via alla cementificazione della valle, distruggendo irrimediabilmente l'intero ecosistema, che furono sventati grazie all'impegno delle organizzazioni naturalistiche ed ambientaliste come il WWF, Italia Nostra e anche, cosa che Francesco Bevilacqua ha dimenticato di ricordare, grazie alla massiccia mobilitazione di buona parte della popolazione di Orsomarso e di alcune forze politiche, con l'organizzazione di iniziative e di una petizione popolare che riuscì a portare al centro dell'attenzione nazionale il problema della tutela e salvaguardia di questo vero e proprio patrimonio dell'umanità.
I risultati furono non solo che di quei progetti insensati non se ne facesse nulla, ma che nel volgere di pochi anni quest'area e il suo patrimonio fossero salvaguardate dallo Stato con l'istituzione di una riserva naturale orientata (1987) e con il suo inserimento nell'area del Parco nazionale del Pollino (1990). Vicende importantissime che sono ormai storia di questo territorio e della comunità di Orsomarso e che, giustamente, sono state richiamate anche nel pregevole diario di viaggio dell'emittente calabrese.
Un viaggio che, dopo l'immersione nel suggestivo e unico scenario delle gole e dei paesaggi mozzafiato della Valle del fiume Argentino, si conclude con una foto di gruppo nell'antica Piazza Municipio di Orsomarso, luogo simbolo di questa piccola comunità, con sullo sfondo la facciata della casa inghirlandata dal rosso dei peperoni e peperoncini, anch'essi emblema di sana calabresità.
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