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Custodire e osservare la legge come atto di discernimento e di continua scelta

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Del lungo Salmo 119 [Vulgata 118] la liturgia odierna riporta una parte molto ridotta. Possiamo partire da una delle sue affermazioni centrali: «Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine. Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore» (versi 33-34). I termini "custodire" e "osservare" indicavano già nel loro significato ebraico originale (nşr, şmr) molto di più che una mera osservanza formale o esteriore di una "legge" tra le tante possibili leggi. Questa non era un insieme di decreti imposti dall'esterno, bensì una vera e propria direzione di vita e un globale orientamento dell'esistenza. Era chiamata torah. Custodirla e osservarla era ed è un atto di discernimento e di continua scelta. Lo afferma espressamente il libro del Siracide (vedi prima lettura), dove si legge la più appassionata e convincente testimonianza biblica della totale libertà dell'uomo nella sua opzione per Dio e per la sua strada oppure per la propria totale autonomia, con la conseguente rovina. Pertanto il peccato, più che una trasgressione, è mettersi contro Dio e rifiutare il dono della sua sapienza. Nel Vangelo di oggi Gesù ribadisce e precisa che tale scelta esistenziale avviene attraverso l'adesione del cuore e dell'intelligenza alla torah sugli aspetti fondamentali della vita relazionale. Il brano odierno, che è ancora parte integrante del "discorso ella montagna", ne richiama tre: il rispetto assoluto della santità della vita e dell'onorabilità dell'altro (non uccidere); il rispetto della santità dei legami affettivi (non commettere adulterio); il rispetto della santità originale delle cose (non giurare per il cielo, né per la terra, né per Gerusalemme, né per la propria persona).

PREGHIERA
Sono partito ormai da tanto tempo
e sembra non mi sia mai fermato
se non per qualche giorno.
Tra i finestrini vedo ancora fuggire la Calabria
mentre danzano crepitando i fili
su pantografi di treni
che, chissà perché, sono sempre
i più vecchi d'Italia.

Mi ha sorretto e sostiene la Tua Parola, Signore,
che mi rappresento come quel binario
che, nonostante tutto, porta sempre alla meta.
Che sia essa ancora e fino all'ultimo
a condurmi a Te, lì dove il cuore chiama sempre
mentre corre la vita senza posa. Amen! (GM/16/02/14)

Libro del Siracide (15,16-21) - Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai. Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

MATTEO (5, 20-22a.27-28.33-34a.37) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio". Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: "Non commetterai adulterio". Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti". Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: "sì, sì", "no, no"; il di più viene dal Maligno».

 

16/02/2014

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/la-locandina-2014/6%5e-domenica-dell%27anno-a---2014.aspx
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