LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?». Le prime parole del salmo 27 (26 nella redazione della Vulgata) fanno immediatamente affiorare alla mente quella situazione di confine nella quale, come preti o come laici, spesso ci siamo ritrovati a pregare: il confine tra la vita terrena che si conclude e la vita ultraterrena appena iniziata. Sì, proprio queste parole aprono di solito la preghiera accanto alla persona che ha chiuso gli occhi a questo mondo . Per lei, che non vede più la luce che noi ancora vediamo, e per noi, che non vediamo ancora la realtà nella quale lei ormai vive, l'accorata invocazione ha tutta la sua attualità e il suo valore. Ma immaginiamo ora per un attimo che, a causa dell'assenza di qualsiasi fede in un aldilà, uomini e donne, popoli e civiltà non intravedano altro orizzonte al di là di quello caduco e precario della vita terrena e che persino in questa vita terrena abbiano perso qualsiasi speranza di novità e di futuro. In questo caso il buio è totale, la vita è un giogo insopportabile e la morte è il peggiore aguzzino. È vero, si può ancora camminare, ma si cammina come chi va nelle tenebre e continua a vivere per inerzia o in una situazione di schiavitù. A quanti abitano in simile terra tenebrosa (vedi prima lettura), il Vangelo è annuncio di gioia e soprattutto è luce. È la luce che Gesù accende al suo passaggio, fin dagli inizi della sua vita pubblica. Un annuncio che arriva puntualmente appena Erode ha pensato di offuscare la luce emanata da Giovanni il Battista. Ma se si può oscurare un lume, non si può spegnere la luce che viene dall'alto: la luce che nemmeno la morte offuscherà, ma che sarà tramutata proprio da essa (dalla morte) in eterna e indefettibile luce. È la luce di Cristo, è Cristo che è luce.
PREGHIERA
Di chi avrò paura?
Di nulla, mio Dio, se brillerà la Tua luce,
perché nemmeno la notte più buia
può mai oscurare la memoria ancora in ricerca
della Tua casa, che sempre intravedo e perdo di nuovo
come le più lontane e tremule stelle ...
Una cosa sola io cerco
sulla strada avanzando,
pur con qualche momento
di stanchezza e di pena.
La Tua bellezza io cerco
e in questo ricevo conforto ed anticipo
da ciò che la Tua natura mi offre:
mi basta lo stormire dei cipressi,
che alla luce dei lampioni s'inchinano
e quasi si protendono in alto,
come sussurrando una prece,
anch'essi diventando preghiera accorata
che rimane in ricerca. (GM 26/01/14)
Isaia 8,23b-9,3: In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Mádian.
Dal Salmo 27 - Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Vangelo di Matteo (4,12-23) - Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.