ORSOMARSO - Dopo la presentazione del manifesto costitutivo del Movimento Comune Popolare, sottoscritto da Stefano Sangiovanni, Elma Battaglia e Alessandro Manetti, Abystron.org ha deciso di aprire un dibattito finalizzato alla riflessione e all'approfondimento sugli importanti temi sollevati con questa iniziativa. Iniziamo con un'intervista a Stefano Sangiovanni che del Movimento è il responsabile. Nelle prossime settimane abbiamo intenzione organizzare altri incontri, secondo le medesime modalità, con l'obiettivo di allargare il confronto, stimolando l'interesse e la partecipazione dei cittadini di Orsomarso e di tutti coloro che seguono le attività proposte dal sito web www.abystron.org .
Ecco la trascrizione integrale dell'intervista a Stefano Sangiovanni, proposta anche nel video allegato.
- Cosa vi ha spinto, a te e al tuo gruppo, a prendere un'iniziativa così importante in un paese come Orsomarso e al di fuori di organizzazioni politiche, o gruppi esistenti?
«Il senso di libertà, che si traduce nella fierezza civile e nella resistenza alle ingiustizie e al malcostume. Entrambe sono importanti: senza la fierezza civile e la lealtà verso le istituzioni si diventa anarchici; senza il dovere alla resistenza si diventa servili. Noi vogliamo essere, invece, cittadini presenti e consapevoli e perciò rivendichiamo parte attiva nella società.
Purtroppo, i partiti presenti a Orsomarso, così come altre organizzazioni politiche, si sono dimostrati, nel migliore dei casi, incerti, accomodanti, inclini al compromesso col malcostume. Voglio sottolineare che con malcostume non intendo in senso stretto fenomeni criminali o di illegalità, bensì un modo di operare privatistico, poco trasparente, poco democratico, che ormai è più la regola che l'eccezione.
Abbiamo ragione di credere che una delle radici del nostro declino, a livello locale ma anche a livello nazionale, sia stata proprio l'assenza di persone che con coraggio abbiano saputo marcare delle distanze nette e che abbiano avuto la capacità di unirsi, di proporsi in prima linea e di farsi artefici di modelli radicalmente alternativi.»
- Perché e in cosa la vostra dovrebbe essere una proposta diversa dalle altre.
«Perché intanto ci costituiamo sulla base di chiari principi morali, quasi dimenticati o a cui in pochi ancora credono. Chi altro, finora ha avuto la virtù di sottolineare con tanta nitidezza e in modo così dirimente la necessità del recupero dei valori civili, davanti a innumerevoli occasioni di malcostume che troviamo anche nel nostro paese? Chi altro, seppur a parole, ha voluto prenderne le distanze in modo intransigente?
Noi lo diciamo, ma non ci fermiamo alle parole. Noi vogliamo rappresentare questi principi innanzitutto attraverso l'esempio. Siamo aperti a tutti ma esigiamo che chi guida e rappresenta il progetto deve rispondere in modo esemplare, in termini di legalità, senso civico, affiliazione politica, ai principi che ispirano il gruppo.
Altrove, invece, assistiamo addirittura a rivendicazioni esplicite di una politica fondata su personalismi, amicizie e clientele; ma questi modelli hanno portato soltanto più povertà, economica, sociale e morale, in tutti i contesti in cui si sono applicati. Ce lo dimostra in modo incontrovertibile e drammatico la storia degli ultimi decenni, a livello nazionale, regionale e locale. Grazie alle politica servile e senza dignità morale, viviamo in un sistema di grande povertà e di grandi ingiustizie. Pensiamo veramente di voler continuare a giocare con queste regole, oppure che sia meglio uno scatto di reni, una riscossa morale, un cambio drastico di linea?»
- Dall'analisi che emerge dal manifesto, relativamente alla situazione locale ma anche più generale, risulta un grado di consapevolezza e di maturità della popolazione che farebbe apparire la vostra come una missione quasi impossibile o, quantomeno, una battaglia nobile ma di minoranza. Come pensate di mobilitare e risvegliare le coscienze che, allo stato attuale, sembrano piuttosto addormentate o deviate?
«E' vero che per battere i vecchi schemi bisogna conquistare la zona grigia dove vive forse la maggioranza delle persone, che non sono cittadini irreprensibili, ma neanche corrotti incalliti. Spesso c'è solo gente che è stata ingannata dal demagogo e che non vuole schierarsi apertamente con coloro che propongono l'alternativa perché non si fida e non li reputa sufficientemente diversi dagli altri.
Quindi il nostro successo dipenderà dal grado in cui sapremo distinguerci e farci capire. Dovremmo chiederci, a riguardo, se ha più possibilità di portare dalla parte giusta un gruppo che sa distinguersi nettamente dagli altri, che dice la verità e che dimostra con i fatti la propria coerenza, oppure uno che tende a confondersi con i molti?
Ma io credo, e auspico, che anche nei cittadini si risvegli l'attrazione a sostenere un cambiamento di cui abbiamo veramente bisogno.»
- Fra gli obiettivi che vi proponete, vi è la formazione di una lista elettorale che si candidi per le elezioni amministrative di primavera, per il rinnovo degli organi di governo di Orsomarso?
«Intanto con questa iniziativa vogliamo manifestare un rifiuto alla passività, una rivendicazione di una politica altra e più alta rispetto alla mediocrità diffusa. Ma per far ciò occorre, prima di tutto, far emergere la passione e lo sdegno. Lo sdegno impone di operare anche quando bisogna agire nell'indifferenza dei più, quando ci si espone a pericoli certi, quando la prudenza, con buoni argomenti, consiglierebbe di stare fermi, di tacere, di adeguarsi. Passione e sdegno: Bobbio li definisce "le armi senza le quali non vi è lotta che duri ostinata, senza le quali vittoriosi ci si infiacchisce e vinti si cede". Sono le virtù dei precursori, di quelli che dimostrano che si può lottare anche nei momenti difficili e che incoraggiano gli altri a seguire il loro esempio. E' così che vogliamo far nascere una nuova passione civile.
Se saremo in grado di animare un gruppo fondato su tali presupposti, nelle prossime elezioni potremmo presentare una lista realmente valida, da poter sostenere con fierezza. Già questo sarebbe un grosso successo che prescinderebbe anche dall'esito elettorale. In politica la dignità non si determina dal numero di voti che si riescono a raccogliere ma solo dalla qualità delle cause a cui si partecipa. Per questo una lista, e più ampiamente un gruppo, fondati su principi intransigenti di legalità e giustizia potrebbero richiedere e raccogliere l'impegno di ciascuno, in qualsiasi ruolo.»
- Quali iniziative il Movimento ha in programma per l'immediato futuro?
«Dobbiamo farci conoscere per abbassare le barriere di scetticismo che sicuramente ancora ci coinvolgono. Occorre spiegare bene quali sono le riflessioni e il senso civico che anima l'impegno di chi si è già unito a noi. Occorre raccontare le esperienze di ciascuno e rispondere alle obiezioni che ci vengono sollevate. Cioè, dobbiamo aprirci al massimo e discutere con tutti, acquisire nuove esperienze e contributi, ma senza smarrire il senso autentico del nostro impegno.Quindi elaboreremo, insieme a tutti quelli che aderiranno alla proposta, un programma concreto di cose da fare e di metodologie da seguire. Tenendo ben presenti i nostri principi di fondo sui quali dobbiamo muoverci: il rispetto della legalità e delle regole, la disciplina e l´onore di chi ricopre cariche pubbliche e di chi è occupato nel pubblico impiego; l'equità sociale, la tutela di tutti i beni pubblici dallo sfruttamento privato, la massima forma di trasparenza e di democrazia diffusa. Con questo atteggiamento dobbiamo utilizzare competenza e sistematicità per migliorare le condizioni sociali e reddituali della popolazione, promuovendo le potenzialità del territorio e mettendone a frutto le risorse. Insomma, tantissime cose da discutere e elaborare per un vasto programma di rinascita.»