LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - La seconda lettura della liturgia riassume nella formula del saluto, rivolto da Paolo alla "chiesa (ekklēsía) di Dio che è a Corinto", le caratteristiche dei membri di questa comunità: essi sono santificati, chiamati ad essere santi. I termini hanno a che fare, da una parte, con la santità di Dio, l'Unico e vero Santo e, dall'altra parte, con la chiamata. Hanno a che fare con la vocazione in quanto appello (dal verbo kaléō), che essendo una convocazione (ek-kaléō) è in realtà ciò che costituisce la chiesa. A tale comunità, che ha la sua attualità anche con noi ed in noi, che, a nostra volta, la realizziamo, è rivolta l'indicazione contenuta nel Vangelo di oggi. È un'indicazione assolutamente determinante per la nostra sussistenza come comunità cristiana. Viene dalla bocca del più autorevole testimone e messaggero di Cristo, Giovanni Battista, e recita: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». È proprio questo agnello, agnello e servo di Dio nello stesso tempo (secondo l'uso del termine sottostante: talya'), che toglie il peccato del mondo. Lo toglie da mondo, perché pone il segno più alto e l'inizio più efficace di un mondo risanato e foriero di santità, perché portatore della grazia e della pace, che Paolo non solo augura ai cristiani di sempre, ma anche descrive come corredo e logica conseguenza di una chiamata comune a vivere come Cristo: vivere per Dio e per gli altri.
PREGHIERA
Gesù, mite agnello
che passasti, sebbene per poco tempo,
tra le strade ed i monti di questa terra di uomini
non sempre miti coi miti
ma talora senza pietà, come accade
con gli agnelli immolati
che non aprono bocca,
Gesù, Figlio e Agnello di Dio,
Tu non volesti conservare per Te la Tua vita,
ma nel Tuo luminoso candore
volesti contagiarci della Tua luce,
annientando con quella luce il peccato,
pur sapendo che come un agnello
saresti stato ben presto immolato.
Ancor più per tutto questo
non sappiamo che balbettarti,
ma solo tardivamente,
un Grazie, dolce come uno strazio
di un inerme agnellino,
che verrà catturato ed ucciso.(GM 19/01/14)
1 Corinti (1,1-3) - Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
VANGELO di Giovanni (1,29-34) - In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».