LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Oggi per questa casa è venuta la salvezza». La dichiarazione finale del Vangelo di oggi è fatta direttamente da Gesù. È il lieto annuncio di Colui che è diventato (egéneto) carne umana (Gv 1,14) e pertanto Salvatore (sōtēr). Egli diventa salvezza (sōtēría egéneto) proprio oggi, per questa casa tô oíkô toutô). Si tratta della casa di Zaccheo, uomo tanto potente ed altolocato, quanto piccolo di statura e disprezzato, come accadeva ai pubblicani, ritenuti traditori del proprio popolo e indegni del Dio d'Israele. Ma con Gesù è diverso. Siamo alla conclusione del suo viaggio e in queste ultime pagine del Vangelo è come se Luca volesse riassumerne il senso e l'immenso valore: portare la salvezza alla singola persona (il pubblicano) e alla comunità umana dove essa vive (la sua casa). Per questa casa, proprio oggi Gesù viene e diventa salvezza. "Salvezza": termine difficile per l'uomo di oggi, che probabilmente pensa di non averne bisogno, perché ne ignora il vero significato. Può essere di aiuto la storia evangelica: Zaccheo e la sua casa sono salvati, cioè riscattati da qualcosa di negativo che ne limitava la dignità e l'onorabilità. Sono salvati dal disprezzo e all'isolamento. Sono anche salvati per vivere in maniera nuova: nella solidarietà con gli altri, cioè restituendo, con gli interessi, i beni a coloro ai quali Zaccheo li aveva sottratti e condividendo il resto di essi con i più poveri. La salvezza è riportare se stessi a compiere la missione che Dio ci ha affidato facendoci nascere sulla terra: vivere in maniera autentica e solidale i rapporti con gli altri, privilegiando gli infelici. Diventando strumenti di salvezza per loro, conseguiamo la nostra salvezza.
PREGHIERA
Qui non cresce il sicomoro, amico Zaccheo,
eppure non mancano alberi ad alto fusto
dai quali poter guardare il Signore che passa...
Lo attendo anch'io, cercando di vederlo,
e pur non salendo più sugli alberi, cosa che facevo da ragazzo,
scruto alberi e casolari, che vedo come assopiti in un passato
che tuttavia è sempre innanzi ai miei occhi,
mentre cerco di intuire il futuro.
Forse anche per questo abito in un casolare non dissimile
e mi ritengo fortunato di poter guardare il mondo da qui,
mentre ripenso alla tua storia, emblema di altre storie.
Su quella tua casa, di certo più ricca,
ma che era allora più infelice di questa,
fu pronunciata la formula che sprigionò mille luci
e tutta la tua incontenibile gioia:
«La salvezza è venuta oggi proprio qui in questa casa!»
e tu in piedi dicesti non solo grazie,
ma che avevi finalmente capito come vivere
il resto dei tuoi anni: per diffondere la stessa gratuità
che aveva colmato finalmente il tuo cuore,
di un piccolo uomo reso grande da un incontro,
l'incontro con Signore. (GM 03/11/13)
Libro della Sapienza (11,22-12,2) - Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento. Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure formata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l'avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all'esistenza? Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita. Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.
Vangelo di Luca (19,1-10) - In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».