◊ La tentazione di mandare tutto in malora rinchiudendosi in un distaccato isolamento, di fronte alle quotidiane e deprimenti sceneggiate che la politica italiana offre, è molto forte. Come particolarmente insistente è il senso di disgusto che si prova di fronte alle giravolte tattiche di tanti attori che recitano un giorno un copione e l'indomani uno esattamente opposto, con la pretesa magari di accusare i soliti giornalisti "di sinistra", di aver equivocato o addirittura mal interpretato. Un degrado nei comportamenti politici talmente ributtante, che accresce ancora di più la tendenza a mettere in un unico grande calderone tutti i politici, di qualsiasi schieramento e colore, mentre in realtà non sempre ciò è vero, anche se negli ultimi anni il numero dei mestieranti della politica è enormemente aumentato e, con esso, l'arroganza nei vari atti e gesti quotidiani.
A giustificare in qualche modo il giudizio sommario che la politica sia uno schifo e che i politici siano tutti corrotti e pensano soltanto a mantenere la propria poltrona, sono gli eventi che abbiamo registrato nelle ultime settimane, quando abbiamo assistito all'assoluta mancanza di rispetto verso le istituzioni e i cittadini da parte di coloro che siedono in Parlamento, in cui fra tatticismi e finte discussioni non si è voluta modificare la legge elettorale esistente, la famigerata "porcata", come la definì il suo ideatore leghista. Ma non solo questo: la riduzione dei costi della politica, finita in un ulteriore nulla di fatto, gli scandalosi privilegi della casta e suoi derivati, come le clamorose appendici delle esorbitanti spese dei Consigli regionali. Una stagione davvero inquietante delle autonomie locali finita con la crescita esponenziale delle spese per attività che nulla hanno a che vedere con le spese istituzionali e per lo svolgimento delle proprie funzioni al servizio della comunità.
Di fronte ad uno scenario così sconvolgente e deprimente, che fare ? Quale risposta possono dare i cittadini inermi, tartassati da tasse ancora più odiose se si pensa che a pagarle sono sempre i soliti, mentre i furbi e i privilegiati trovano sempre il modo per evaderle o per eluderle di diritto ? Che fare di fronte ad una povertà sempre più diffusa e a disagi che investono fasce ogni giorno più ampie della popolazione ? Mai come adesso, di fronte alle spinte irrazionali e caotiche di un ribellismo sterile e pericoloso è necessario reagire con la ragione e con l'impegno civico, uscendo allo scoperto e facendo sentire la propria voce, ciascuno nel proprio ambiente di vita e di lavoro e con i mezzi democratici che ha a propria disposizione. Ciò significa esercitare fino in fondo i propri diritti e la propria libertà di espressione, di opinione e partecipazione. In una sola parola, quella che la Carta Costituzionale chiama "Sovranità".
Riprendiamoci la sovranità che ci appartiene e rifiutiamo le logiche padronali del "ci penso io", che si sono dimostrate tragicamente nefaste per i destini del nostro Paese e non possono essere ulteriormente tollerate. I giochi del politichese sono fin troppo chiare: siamo di fronte al paradosso che, il maggiore responsabile dei disastri italiani e della caduta del Governo Monti, proponga al dimissionato di candidarsi a capo del proprio schieramento. Roba veramente da manicomio !
Che significato ha tutto questo se non che, chi si comporta in tal modo ha nel più totale dispregio le persone perbene e, soprattutto, coloro che cercano onestamente di portare avanti la propria famiglia e indicano ai propri figli una strada dignitosa e lontana da qualsiasi forma di devianza e illegalità? Del resto le ultime dichiarazioni sono chiarissime: la nuova discesa in campo (maldestro tentativo propagandistico di gettare fumo negli occhi), è fatta innanzitutto per difendere i propri interessi, poi, se ci avanzerà tempo, per il Paese. Il messaggio sembra inequivocabile e solo coloro che non vogliono, non riescono a vederlo.
Certo andare a votare con la legge elettorale (la "porcata") non aiuta molto e fa aumentare la tentazione a disertare le urne. Ma questo significherebbe fare il gioco di chi l'ha voluta e poi ha fatto di tutto per non farla cambiare. Bisogna invece sostenere tutte quelle istanze che portano avanti un ricambio serio della classe politica cercando magari, anche attraverso lo strumento delle primarie, di attuarlo in partenza. Da che parte stare ? Certamente non da quella di chi vuole scegliere i candidati, e quindi gli eletti, nel chiuso del Palazzo, fregandosene altamente delle opinioni della gente. Atteggiamento, questo, né liberale e meno che mai democratico.
Ma la parentesi elettorale, per quanto importantissima, dovrà essere soltanto un passaggio cruciale per inaugurare una nuova stagione di sovranità popolare vera, da esercitare quotidianamente con l'energia e la passione autentica che distingue gli uomini liberi dai tanti servi sciocchi del padrone.