LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Che cosa dobbiamo fare?» domandano le folle a Giovanni Battista nel Vangelo odierno. La risposta non si lascia attendere e sembra spiazzare gli interlocutori: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Non si tratta di compiere una generica opera buona verso i bisognosi, ma di condividere totalmente quanto ciascuno possiede. Se ci chiediamo il motivo di una condivisione così radicale, la risposta può sembrare a prima vista sconvolgente. Ma lungi dal provocare panico, la risposta deve suscitare in noi un moto di gratitudine e di gioia: «Il Signore sta per venire, pertanto gioite!». È la gioia che nasce nel cuore, quando si ritrova il senso dell'esistere, perché è come se si rinascesse ad una nuova vita. Un'esperienza simile devono aver fatto coloro che, a contatto con la Parola di Dio annunciata dal Battista, cercavano di entrare in essa, quasi per abitarla ed essere abitati da quella stessa Parola. Essa diventava per loro perdono, purificazione, speranza di una nuova tappa della loro vita. Scendere nell'acqua per essere battezzati non era ancora ricevere il battesimo cristiano e tuttavia era già immergersi in quella fase della storia, che il profeta annunciava come già avviata e pertanto richiedeva la condivisione di qualsiasi bene, a partire dalla condivisione della gioia di vivere, finalmente riscoperta, come aurora di una nuova speranza: Rallegratevi! Lo ripetono più volte le letture e abbiamo ritrovato lo stesso invito, in forma di annuncio, come principio di ogni altro annuncio, nella recente festa dell'Immacolata: «Rallegrati, ricolma di Grazia!». Proprio qui troviamo l'annuncio e la sua motivazione: siamo invitati a gioire, perché Dio ci ricolma del suo dono, ci dà la sua Grazia. In questo spirito diventa comprensibile la generosità con cui ciascuno di noi, che ha ricevuto tutto gratuitamente, deve farne partecipe anche gli altri, assecondando lo stesso moto di generosità di Dio.
PREGHIERA
Scendo anch'io nel Tuo fiume
per sentirmi trasportare dalla Tua corrente,
corrente di Grazia e di misericordia,
che rassicura e accoglie:
accoglie con le mie ataviche stanchezze,
la mai domata volontà di risorgere.
Vengo per sentirmi ripetere la Tua Parola,
quel piccolo accenno, che, come fa un amico,
Tu sussurri: «Coraggio!».
Sono di nuovo qui con Te
e non mi angustio più di nulla.
Che cosa può farmi male, se Tu mi chiami ancora?
La Tua Parola mi fa sentire vivo
e contento di vivere, mentre vedo intorno
popolarsi di uomini e donne il deserto.
Con loro risalgo verso l'altra sponda
e cerco di ritrovare il mio posto,
condividendo, oltre la metà, quello che Tu m'hai donato,
perché è ben per questo che io l'ho ricevuto. (GM/16/12/12)
Profeta Sofonìa (3,14-18) - Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».
Paolo ai Filippesi (4,4-7) - Fratelli, rallegratevi nel Signore in ogni circostanza, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
Vangelo di Luca (3,10-18) - In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; contentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.