LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Sul piano più immediato il tema della liturgia è correttamente identificato nell'amore del prossimo come dimostrazione e misura concreta dell'amore di Dio. C'è tuttavia già nella prima lettura, che riporta la professione di fede con cui ogni israelita apriva e chiudeva la sua giornata (ṧhema῾ Ysrā'el), un collegamento più profondo, quello che unisce l'ascolto all'amore: «Ascolta ed ama!». Come a dire: solo chi ascolta ama, oppure: chi sa davvero ascoltare, sa concretamente amare. Insomma la Parola di Dio ci invita a collegare bene i due termini principali che sono qui in gioco: ṧhema῾ Ysrā'el weāhaḇe'ta 'et YHWH 'elohēkā, cioè: «Ascolta Israele e pertanto ama il Signore tuo Dio!». Dicevamo che l'altro collegamento è tra l'amore verso il tuo Dio e l'amore verso il tuo prossimo. È tracciato chiaramente da Gesù nel Vangelo, ma sempre nel solco del primo collegamento. È come se Gesù dicesse: se sai ascoltare il tuo Dio saprai amarlo nel tuo prossimo. Ne consegue che la carenza d'amore è carenza d'ascolto: carenza d'ascolto di Dio e carenza d'ascolto dell'altro, cioè del prossimo. Gesù ci addita anche l'inscindibilità di questi elementi e ci mostra con la sua vita come poterli sempre intrecciare insieme.
PREGHIERA
Talvolta, mi ritrovo a pensare a quel Regno
da Te predicato, Gesù, e da Te indicato
con parabole e gesti
piuttosto insoliti nel mondo di oggi e d'allora,
sicché mi chiedo, al pari dello scriba
verso Te ben disposto,
quale sia la cosa più importante da fare...
Tu rispondi che basta ascoltare ed amare.
Ascoltare fin in fondo la voce della vita
che chiede rispetto ed amore:
l'ascolto del vento e del mare, della pioggia e del tuono,
del silenzio e del fuoco crepitante che brucia.
Ma soprattutto di chi ci è più vicino,
dove il vero ascolto non può che essere
attenzione ed affetto.
Tu dici che solo allora siamo vicini al Regno di Dio.
Insegnaci allora ad ascoltare le parole non dette:
tutto ciò che da quel silenzio ci chiama
e che è attiguo al Regno di Dio! Amen! (GM/04/11/012)
Dal libro del Deuteronomio (6,2-6) - Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».
Vangelo di Marco (12,28-34) - In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.