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Siamo chiamati a vivere senza ingordigia, senza ricerca di onori, di prestigio, di gloria

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - È prevista nella concezione che Gesù ha della sua "Chiesa" la figura di chi guida gli altri? Di chi li guida in modo tutto suo e arbitrario, dico proprio di "no". Colui che guida è sempre Gesù ed è lui e non altri che dobbiamo seguire. È previsto allora il ruolo di chi sia "responsabile" degli altri e per gli altri, presiedendo alla vita comunitaria e, in questo senso, "disponendo" della loro ubbidienza? A questa domanda sembrano rispondere le letture di oggi, che vogliono mettere in luce il modo tutto particolare in cui Gesù intende questo compito, che certamente viene affidato ad alcuni, ma deve essere "esercitato" con particolari modalità che scaturiscono dalla stessa natura del "Regno di Dio", di cui l'assemblea costituisce lo stadio germinale.

Riflettiamo solo un momento sul fatto che si tratta di una comunità in cui tutti siamo fratelli e sorelle (preghiera del Padre nostro) e sul fatto che tutti siamo stati liberati perché restassimo liberi senza farci imporre altra forma di schiavitù (Galati 5,1). Che cosa ne deriva? Esattamente ciò che dice Giacomo nella seconda lettura: siamo chiamati a vivere, oltre che senza ingordigia, anche senza ricerca di onori, di prestigio, di gloria, e pertanto senza gelosia e voglia di primeggiare sugli altri. Ma tutto ciò significa che non c'è allora nessuno che "primeggi"? Questa volta risponde direttamente Gesù con il Vangelo di oggi, che invita ad essere i primi nel servizio degli altri. Solo così la sua "funzione" sarà compatibile con la natura di quel Regno, dove Egli stesso offre la sua vita e dove i bambini sono destinatari e protagonisti di un nuovo modo di vivere, perché è un nuovo modo di essere: essere secondo la buona novella, che è anche inaudita novella, dove a contare sono i più piccoli e a servire i più grandi.

PREGHIERA
Vedo da lontano bambini giocare spensierati
sotto gli alberi all'ombra di quelle cappelle
di cui la più grande venera proprio Te, facendone memoria,
Madre di Dio, Addolorata, madre di quei bimbi come d'ogni uomo.
Settembre è ritornato e la festa dell'esaltazione della croce,
è accompagnata dal ricordo incredibile della Tua sofferenza,
quella che Gesù si portava nei suoi pensieri,
prima ancora della sua, andando verso Gerusalemme.
L'aveva già detto, ma quei discepoli,
come noi e i discepoli di sempre, facevano finta
di non aver sentito e seguitavano a contendersi
un primato di onori e di gloria accanto al suo trono,
che pensavano prima o dopo sarebbe comunque arrivato.
E fu allora che Egli prese uno di quei bambini,
che giocavano, anch'essi ignari del dolore del mondo,
e abbracciandolo, come se abbracciasse anche Te
e il tuo immenso dolore, disse una volta e per sempre
che è solo nell'offerta di se stessi che occorre primeggiare. (GM/23/09/12)

Lettera di Giacomo (3,16-4,3) - Fratelli miei, dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia. Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni.

Vangelo di Marco (9,30-37) - In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

22/09/2012

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