LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Dio manda il profeta Ezechiele a parlare a «figli testardi e dal cuore indurito» (1^ lettura). Così sembrano essere anche i concittadini di Gesù (Vangelo di oggi), i quali non tentano nemmeno la fatica di voler superare la loro errata consapevolezza di sapere ormai tutto di tutti. Peccato, [Schade!] perché perdono l'occasione più importante, che era loro donata: di scorgere la luce di quell'incredibile Mistero che veniva a rischiarare la loro vita quotidiana. È per questo che «lì (Gesù) non poteva compiere nessun prodigio», perché, pur guarendo alcuni malati, la forza del Mistero profondo che lo accompagnava (dynamis) non poteva essere percepita da chi si ostinava a vedere il lui solo «il figlio di Maria», il falegname conosciuto da tanti anni. Quegli uomini conoscevano a memoria nomi e attitudini, ripetevano dicerie tramandate di bocca in bocca sulle piazzette della cittadina di Nazareth. Chiusi nella loro immobilità di pensiero, non si concedevano alcuna altra possibile prospettiva. È il pericolo di chi anche tra noi con supponenza e arroganza intellettuale pretende di sapere già tutto. Soltanto non sa che la parte migliore di se stesso è a pochi passi da lui. Non la può raggiungere, perché la esclude già in partenza (a priori).
* Rumore tipico delle cicale, grossi grilli estivi, che al Sud si sentono dal mattino alla sera.
PREGHIERA
«Profetizza, profetizza, nonostante tutto,
annuncia la Parola di Dio fino agli estremi confini della terra
e fino alle più remote regioni di un mondo dove tu più non dimori,
ma che abita in te e sussurra e reclama ciò che tu non vuoi!
È il mondo plasmato e riplasmato dal profitto:
si estende da quello delle grandi banche,
nuovi colossali idoli moderni
ai bisogni artefatti e insinuati ad arte,
martellati ormai dalla culla alla tomba di ogni creatura umana
che si affaccia su questa terra!».
«Tu profetizza lo stesso», così Tu ripeti ogni giorno, Signore, ai tuoi profeti,
dando loro tenacia in ogni contrarietà,
ribadendo la verità e la dolcezza tra i sassi e le asperità della vita.
Sì, la Tua Verità, che stentava a farsi strada nella Tua patria
tanto amata, perché proprio lì era più forte il cicaleccio*
di parole continuamente ripetute e pensieri detti e ridetti
come minestre eternamente riscaldate.
Ma Tu, che ne facesti l'esperienza,
vedesti in quei volti, l'insana convinzione di sapere tutto,
perché è difficile ammettere di aver smarrito
senso e direzione della vita, quando si è solo occupati
a gestire l'attimo presente,
che fugge comunque in un tardivo rimpianto.
Aiuta allora tutti noi, te ne preghiamo, a ritrovare la direzione del cielo.
(GM/08/07/2012)
Profeta Ezechiele (2,2-5) - In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava. Mi disse: «Figlio dell'uomo, io ti mando ai figli d'Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: "Dice il Signore Dio". Ascoltino o non ascoltino - dal momento che sono una genìa di ribelli -, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».
Vangelo di Marco (6,1-6) - In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.