LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Nel racconto della morte di Gesù l'evangelista Giovanni aveva registrato la sua penultima esclamazione: «Ho sete», a prima vista in distonia con quella seguente e conclusiva: «Tutto è compiuto», cioè «tutto è andato secondo l'obiettivo voluto». Ho cercato una soluzione nella restante liturgia e nelle numerose letture della Notte di Pasqua. Mi ha suggerito una soluzione il salmo precedente l'epistola, che esprime intensamente la sete dell'uomo: sete di Dio, del Dio vivente. Sete di raggiungerlo per stare sempre con Lui. La sete di Gesù mi è sembrata contemporaneamente questa sete: quella dell'uomo che anela a Dio, e quella di Dio che chiede l'amore, persino la compagnia dell'uomo. La Pasqua ricongiunge felicemente l'una all'altra. La nostra sete di vita può finalmente raggiungere e contemplare la vita, mentre Dio raggiunge ogni regione dell'uomo, compresa quella a lui finora sconosciuta della morte, per strapparlo definitivamente da essa. La Pasqua del Signore è per tante ragioni la nostra Pasqua e la nostra Pasqua è ancora la Pasqua del Signore. Siamo ricondotti alla nostra nativa grandezza, quella alla quale Dio ci aveva abilitato fin dalla prima creazione, quando ci aveva resi capaci di reggere all'urto dell'Infinito per immergerci in una vita immortale creandoci «a sua immagine e secondo la sua somiglianza». Nella notte della Risurrezione di Gesù la nostra grandezza smarrita riemerge, risorge la vita e noi siamo chiamati non solo a gustarla in tutta la sua vastità e varietà, ma a propagarla ormai senza remore e senza sosta, senza preclusioni di sorta, fino agli estremi confini della terra. Alleluja!
PREGHIERA
Laddove la strada finisce e le infiorescenze separano
i nostri umani percorsi da quelli solo immaginabili
che vanno oltre le montagne più alte,
mi è parso di sentire il fruscio dei Tuoi passi,
in uno di questi giorni della settimana più santa.
La Tua risurrezione, Gesù,
raggiunge misteriosamente ogni angolo
di questa nostra terra e di tutta la terra
e precede i nostri sguardi.
Quando vi arriviamo Tu ci hai preceduti
e la sorpresa anche quest'anno è la stessa:
la vita prevale e nessuno la ferma.
... La vita che non è mai la stessa di prima,
ma ogni volta è vita nuova che con mille colori e profumi
vibra leggera dai rami e quasi sussurra: allelluja! (GM/08/04/12)
Dal Salmo 42 - Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio. / L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?
Vangelo di Giovanni (19,27-28;20,1-10) - Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito ... Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli perciò se ne tornarono di nuovo a casa.