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La prima grande guarigione: quella dalla rigida separazione tra ciò che è mondo e immondo

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Seguiamo ancora Gesù nella sua prima attività pubblica: dopo il suo battesimo tra i poveri, i peccatori ed i bisognosi, egli aveva radunato intorno a sé i primi discepoli, iniziando la sua missione nel guarire nelle sinagoghe e nelle case private, a cominciare da quella di Pietro. Il terzo episodio di guarigione avviene all'aperto, lontano dall'abitato. In un luogo non frequentato normalmente dai "sani" Gesù incontra un lebbroso, e come in altri casi simili, Gesù non pronuncia semplicemente parole, che pioverebbero come da lontano e dall'alto sul malcapitato, ma tocca colui che lo invoca. È la prima grande guarigione: quella dalla rigida separazione tra ciò che è mondo e immondo, ciò che è sano e benedetto e ciò che sarebbe impuro e maledetto. Il lebbroso viene guarito in un dialogo serrato con Gesù, che ne valorizza la persona, facendolo esprimere e affidandogli un segreto, che tuttavia sembra incontenibile e di fatto l'uomo non mantiene: deve annunciare a tutti, ciò che gli è accaduto e soprattutto che il Maestro lo ha toccato e guarito. Paolo invita nella seconda lettura a diventare "imitatori di Cristo". Ci chiediamo: in che cosa? Ma la risposta è evidente: nell'abolire ogni discriminazione tra gli uomini e nell'impegnare la propria vita per i meno fortunati, per i più infelici.

Preghiera
Che cosa restava di bello nella vita di un lebbroso?
Non il suo aspetto in disfacimento irreversibile,
non alcuna compagnia se non di altri lebbrosi,
né il conforto di Dio, dal quale riteneva
di aver ricevuto una simile maledizione.
Restava solo la natura
nei suoi luoghi più impervi e solitari.
E così andava quel giorno il lebbroso
ai margini delle vie battute dagli uomini,
quando sentì, che Tu, Gesù, non disprezzavi,
ma persino amavi i malati.
Sicché si fece coraggio e, vincendo le leggi di Dio
e i rimproveri degli uomini, Ti arrivò finalmente vicino.
E Tu lo guardasti con tutta la Tua tenerezza
compensandolo dei mille disagi
e di tutto il disprezzo finora subiti.
Gli chiedesti che cosa volesse
e Tu soltanto dicesti: «Lo voglio!».
Tu, che vuoi la nostra salvezza, guarisci anche noi
da quella lebbra invisibile che corrode la vita
e la copre di disprezzo in noi stessi e negli altri. Amen!
(GM/12/02/12)

1^ Lettera ai Corinzi (10,31-11,1) - Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

Vangelo secondo Marco (1,40-45) - In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

11/02/2012

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