LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Durante la veglia di guardia dei pastori c'è l'apparizione degli angeli. Con la scelta di questi destinatari si può non solo alludere al fatto che Dio si manifesta agli uomini poveri e semplici, ma forse anche al fatto che Dio stesso è il buon pastore che veglia sul suo popolo. La magnificenza di Dio circonda i pastori sui campi. Come nella prima lettura (Is 9,1ss) le tenebre e la luce sono collegate insieme. Nel cuore della notte e proprio nel mezzo della landa delle tenebre risplende la luce, la luce del Signore circonda gli uomini. Che cos'altro può significare ciò se non che i pastori vengono afferrati nella gloria del Signore? Il cielo si apre a loro ed essi vi stanno, per così dire, in mezzo. Concorda con ciò anche il canto di lode delle schiere celesti, che congiunge insieme di nuovo cielo e terra. L'annuncio della natività dischiude per pastori un'esperienza "sconvolgente". È nato il Salvatore, il Kyrios e propriamente "oggi" e "per voi". La salvezza promessa è qui. Molto singolare e direttamente disincantante, dopo tanta gloria, è il segno indicato ai pastori: "un bimbo che, avvolto in fasce, giace in una mangiatoria". Nell'antichità il luogo di Dio è unito sempre con la grandezza e lo splendore. Qui invece esso è il quotidiano e l'abituale. Il cielo appare, si manifesta, in ciò che è terreno» (Traduzione da Laacher, Messbuch 2012).
Natale di gioia e di pace!
da D. Giovanni Mazzillo e Comunità delle Sarre di Tortora
Preghiera
Eterno che vieni nel tempo,
Infinito che visiti il nostro finito,
Silenzio che incanta il silenzio
d'una notte stellata in sussurro
con le più belle canzoni del cosmo.
Con noi qui ti guarda e ti adora
stupito l'intero universo,
e con esso la storia di uomini e popoli
che hanno atteso questa disarmante Presenza...
Presenza che colmi ogni attesa,
ora non siamo più soli,
mentre restiamo sulle strade del mondo
e sappiamo che ognuna di esse
riporta proprio tra queste nostre case
alla Casa tanto attesa ed amata
da dove provieni, mentre da questa notte
Tu, Gesù, sei proprio qui,
qui tra noi, tra greggi ed angeli
sorridenti e increduli. Grazie! (GM/Natale/2011)
Vangelo di Luca (2,1-14) - In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio. C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».