LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Dio bada ai fatti e non alle confezioni con le quali li impacchettiamo. Ciò vale anche per la nostra realtà cristiana ed ecclesiale. Vale al punto che talora sono più autentici proprio coloro che noi consideriamo "i lontani", ma che a differenza di quanti sono "i vicini", anziché professare una fede adorna di belle parole, praticano una reale carità, che poi è tutto ciò che ci viene richiesto. È questo «il frutto della carità» che si accompagna ai «sentimenti di amore e di compassione», di cui leggiamo nella seconda lettura. Gesù lo afferma chiaramente nella prima delle tre parabole di questa sezione finale del Vangelo di Matteo, che iniziamo a leggere. Esse mettono in risalto come alcuni si ammantino di una fede sterile, alla stessa maniera con cui un albero si riveste di una rigogliosa chioma di foglie senza frutti. Gesù ritorna sul suo pensiero già espresso a conclusione del discorso della montagna: ciò che conta è ascoltare e praticare, non limitandosi a dire semplicemente "Signore, Signore!". Sicché dei due figli dell'odierna parabola solo uno compie la volontà del Padre. Nelle successive domeniche vedremo come coloro che si considerano ormai proprietari della vigna di Dio, al punto di uccidere i profeti ed il Figlio, ne saranno espropriati, per dare spazio ad altri che la faranno fruttificare. Così avverrà con gli invitati a nozze, che rifiutando l'invito e rendendosene indegni, daranno occasione ad altri innumerevoli invitati di partecipare alla festa.
PREGHIERA
Non vorrei proprio oggi ripetere "Signore, Signore",
perché tu sai bene, o Gesù, che i frutti
che forse ti attendevi da me sono alquanto scarsi.
Vorrei solo dirti che ho capito la lezione
e che ti domando perdono se talvolta sembro
quel figlio che fa tante promesse e grandi proclami.
Guarderò oltre me stesso e persino oltre i sacri recinti,
dove la mia e la nostra immaginazione credente
spesso pensa di trovarti, dimenticando
che tu sei sempre più in là e oltre noi stessi ci precedi.
Tu sei nei piccoli e nei bisognosi d'affetto,
sei in quanti sognano un Regno
diverso dai tanti regni che ingannano ed opprimono.
Con il tuo aiuto, cercherò allora
di non sentirmi tanto importante
e tanto occupato da non avere tempo
per gli altri, perché proprio in essi
potrò ritrovarti e ritrovare finalmente me stesso.
(GM/25/09/11)
Filippesi (2, 1-5) - Fratelli, se c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è qualche conforto, frutto della carità, se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.
Vangelo di Matteo (21,28-32) - In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: "Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna". Ed egli rispose: "Non ne ho voglia". Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: "Sì, signore". Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».