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L'inevitabile passaggio dal primo entusiasmo all'amore maturo, che fa del dono di sé il motore segreto di chi continua ad "essere saldo"

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - "Anche nell'esperienza della fede viene il momento della verifica, quando essa richiede di dare non solo un assenso formale, ma se stessi". Si potrebbe riassumere in questa frase l'inevitabile passaggio dal primo entusiasmo all'amore maturo, che fa del dono di sé il motore segreto di chi continua ad "essere saldo", affrontando difficoltà in parte previste in gran parte improvvise quanto imprevedibili. Le letture di oggi offrono tre esempi. Sedotto e entusiasmato dalla missione affidatagli da Dio è innanzi tutto il profeta Geremia, che, di fronte alle ostilità incontrate nel suo popolo, sfoga la sua amarezza davanti al Signore. Conclude però riaffermando la sua dedizione totale, perché è giunto a un punto senza ritorno. Il secondo esempio viene dall'invito di Paolo ai cristiani di Roma ad offrire la propria vita a Dio, non conformandosi alla mentalità comune che - ci sembra di capire - è proprio quella che invece soffoca la persona e i suoi ideali. Sicché succede ciò che Gesù, afferma con parole lapidarie ed indimenticabili nel terzo esempio odierno, in risposta alla resistenza di Pietro, che voleva fermarlo sulla strada verso Gerusalemme: «Chi si preoccupa solo di se stesso, si perde, ma chi fa dono di sé a Dio e agli altri realizza il meglio di sé e anticipa così ciò che Dio compie attraverso la realizzazione del suo Regno». Si tratta del mondo interamente rinnovato secondo il suo disegno che vuole la felicità completa dell'uomo e non la sua rovina. (Nella foto, Vetrata della Chiesa "Dominus flevit" di fronte a Gerusalemme).

PREGHIERA
Un calice sormonta la croce e si staglia nel cielo di Gerusalemme:
da qui Tu, Gesù, vedesti al tuo arrivo la città,
quando, vincendo ogni resistenza,
la trovasti distratta e intenta nei suoi mille affari.
Fu una delusione grande, sì da provocarti le lacrime,
dopo il faticoso cammino, in cui a stento
camminavano i tuoi ultimi amici e Pietro non smetteva
di fare le sue rimostranze e forse ti parlava contro alle spalle.
Ma Tu, benedetto sempre Tu sia, andasti avanti
e il calice lo vedevi ormai come naturale conclusione
di una vicenda in cui nulla Ti sarebbe rimasto.
Potevi solo tramutare il valore di una sorte tragicamente
da soffrire in un dono da offrire,
e così facesti, fissando quello stesso cielo
e scrutando nel silenzio del Padre che avvolgeva quei giorni,
i più difficili, ma di certo anche i più produttivi.
Tu lo sapevi e per questo non indugiasti;
dicesti solo che chi umanamente si perde,
in Dio ritrova intermente se stesso e con sé
ritrova i legami più veri
che lo congiungono agli altri! Di questo immenso dono
oggi noi tutti ti ringraziamo. (GM/28/08/11)

Geremia (20,7-9) - Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.

Romani (12,1-2) - Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

Vangelo di Matteo (16,21-27) - In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

 

28/08/2011

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2011/22-domenica-anno-2011-(a).aspx
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