LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Con il dono che Gesù ha fatto della sua vita dovrebbe essere superata qualsiasi idea religiosa che ritiene che Dio voglia sacrificare gli uomini e chieda il loro sangue e il loro annientamento. Ma se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, la festa di oggi dovrebbe fargli abbandonare ogni residuo di mentalità pagana, da cui deriva sostanzialmente la concezione sacrale e sacrificale. L'eucaristia infatti è il dono con cui Gesù abolisce ogni idea di un Dio che vuole il nostro sacrificio, e l'abolisce in modo totale, irreversibile, onnicomprensivo. È il segno più alto e più luminoso del fatto che è Dio ad offrirsi per noi e continua a farlo nel suo Spirito nel dono di Gesù. In questo Spirito egli ci chiama all'amore, non perché gioisca nel vederci soffrire, ma nel senso che gradisce l'amore che motiva ogni nostro dono verso di lui e verso i nostri fratelli. Anche quando ciò comportasse difficoltà, sofferenza, incomprensione? Anche allora, ma non perché soffriamo, ma perché lasciamo agire in noi un amore che non si arresta nemmeno davanti alla sofferenza. Siamo continuamente chiamati ad amare anche a costo di attraversare il cimento (il peirasmòs) peggiore, che rischia di farci naufragare nell'egoismo vittimistico. Possiamo superarlo in quanto ci nutriamo del corpo e del sangue di Cristo. Solo così assimiliamo la sua capacità a donarci.
PREGHIERA
Fai bene, Signore, a ricordarmi
che tu mi hai fatto percorrere
tutto questo cammino, per sapere che cosa avevo nel cuore...
Ma tu sai tutto, sai che ho tanta voglia
di immortalità e di grandezza
e tuttavia mi scopro sempre più fragile e piccolo.
Ma è per questo che in ogni deserto
per chi cammina con te improvvisi un banchetto.
Tra le aride rocce tutti insieme
tu vuoi che sediamo, mentre un pane ci offri,
che anticipa quell'altro
che tu chiamerai la tua carne.
È come se dicessi, vi do la mia forza,
le mie stesse risorse.
Camminate sempre con me
ed io sarò in voi e in ogni vostro cammino!
(GM/26/06/11)
Libro del Deuteronòmio (8,2-3.14-16) - «Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere ... per sapere quello che avevi nel cuore ... per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Vangelo di Giovanni (6,51-58) - «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».