LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Sesta e ultima domenica di Pasqua, prima dell'ascensione. Il congedo da Gesù, come appare dal Vangelo, può avvenire solo su un piano di visibilità fisica. Il Maestro garantisce infatti la sua presenza nella Chiesa, invitata insistentemente a custodire e ricordare le sue Parole come diposizioni e orientamenti della vita (entolai). Ciò testimonierà da un lato l'attaccamento e l'amore verso di lui e, dall'altro, darà spazio alla venuta e alla permanenza del suo Spirito Paraclito tra coloro che ne scorgono l'azione e l'assecondano. Al contrario, chi si pone al di fuori dell'orientamento impresso dalla morte e risurrezione di Gesù alla storia dei singoli e della storia in genere non ne potrà vedere, né conoscere gli effetti, perché di fatto li rinnega con il suo procedere in modo contrario. L'alternativa è ovviamente quella di riconoscere la santità di Cristo nel proprio cuore (agiàsate, seconda lettura) illuminando gli altri non con l'arroganza degli iniziati, ma con mansuetudine e trepidazione (metà prautetos kai fòbou), testimoniando la retta coscienza di chi è stato a sua volta conquistato dalla speranza e non può tenerla gelosamente per sé, ma deve offrirla continuamente anche agli altri.
Preghiera
Fa' che restino in noi ben ferme le tue Parole!
Parole di pace e non espedienti linguistici
per giustificare qui e lì la violenza!
Manda il tuo Spirito, Gesù, su tutte le tue Chiese,
perché non motivino l'appello
ad avere maggiori mezzi economici
in nome della missione!
Non è di maggiore potere contrattuale
ciò di cui abbiamo tutti bisogno,
ma di profezia più autentica
e di una povertà di mezzi che diventi profezia.
Facci comprendere che la pace tra gli uomini,
in noi stessi e con la creazione
richiede che ci sappiamo accontentare
di quanto ci viene dato
e che sappiamo ridonare senza nulla trattenere,
perché nel mondo intero tutti
con differenti voci e molteplici strumenti
cantiamo la gioia della tua Presenza. Amen!
(GM/29/05/11)
1^ Lettera di Pietro (3,15-18) - Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.
Vangelo di Giovanni (14,15-21) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».