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Conoscere è acquisire potere sulle cose e su se stessi: si può costruire o distruggere, si può uccidere o salvare dalla morte

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - L'albero della conoscenza del bene e del male, nella prima lettura, è anche l'emblema della fondamentale ambiguità tanto della conoscenza quanto della libertà. Conoscere è acquisire potere sulle cose e su se stessi, ma si tratta di un potere ambivalente: può costruire o distruggere, può uccidere o salvare dalla morte. Come la conoscenza dell'atomo, della medicina o della farmacopea. Il logo di quest'ultima è una coppia di serpenti attorcigliati ad un sostegno. Nell'ambiente mediorientale il serpente simboleggiava la sapienza. La Bibbia ne conserva le tracce, descrivendolo come il più intelligente degli animali (‘ārûm), ma la prima coppia umana che l'asseconda, scopre solo l'insensatezza di voler conoscere tutte le cose alla maniera di Dio: conosce soltanto la propria nudità (termine simile ad ‘ārûm). La tentazione di scalare una posizione irraggiungibile per chi è stato tratto dalla terra passa attraverso l'invito a mangiare. Tentazione di afferrare la conoscenza con la bocca per impossessarsene. Tentazione simile a quella che subisce Gesù, cui è proposto di accaparrarsi il pane dalle pietre, la gloria dai prodigi, il potere dall'adorazione del principe malvagio del potere. Tentazione della Chiesa di sempre e dell'uomo di ogni epoca. Come resistervi? Nutrendosi di ciò che esce dalla bocca di Dio, fidandosi solo di lui, senza volerlo mai ridurre ad un esecutore dei propri ordini o delle proprie manie di grandezza. È la scelta della vera sapienza, che copre la nostra nudità e per altra via ci riporta all'originaria vita senza fine.

PREGHIERA
La nostra libertà è più fragile di una piantina
che si affaccia alla vita:
tutto possiamo distruggere con un solo gesto.
Prorompe dal grande albero di una conoscenza
acquisita da millenni e che cresce senza fine,
eppure si smarrisce davanti alle domande elementari:
che senso ha la luce, se siamo destinati
al buio della morte? E come mai abbiamo sete
di un'infelicità che sembra non esistere?
Poi vediamo da quest'albero
fiorire cento foglie e mille fiori variopinti
tra rami che gli uccelli non smettono d'abitare.
Tutto questo, Signore, hai fatto tu per noi
e portarlo nel cuore ci aiuterà
anche ad attraversare il peggiore deserto,
quello in cui riaffiora
con la nostra insaziabile fame di pane
la sete più ardente della tua meravigliosa Parola!
Essa soltanto risponde soavemente
a tutte le nostre domande. (GM/13/03/11)

Gen (3,1-7) - Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Vangelo di Matteo (4,1-11) - In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

13/03/2011

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2011/1%5e-domenica-di-quaresima-a---2011.aspx
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