LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Il discorso della montagna prosegue. Rimandando la prima parte del capitolo 6° ad altre circostanze - come, ad esempio, all'inizio della quaresima - la liturgia ci apre oggi davanti la splendida pagina che ha condotto alla radicalità evangelica figure come Sant'Antonio abate, San Francesco d'Assisi e tanti altri. È la pagina dove Gesù ci chiama a scegliere tra due padroni (Dio o mammona), tra la preoccupazione verso la propria vita o l'affidarla interamente a Dio e infine tra l'ansia verso il proprio futuro o il farne dono completamente a lui. Chi non farà mancare nulla a chi gli si affida è Dio, ripetutamente chiamato per noi da Gesù "il padre vostro". La prima lettura (di Isaia) ci aiuta a capire meglio la sua natura, perché lo descrive come la madre che mai potrebbe dimenticare il frutto del suo grembo o abbandonare i propri figli. «Ma se anche ciò accadesse, conclude Dio nel suo oracolo profetico, io non ti abbandonerò mai!».
PREGHIERA
Ero un bambino e tu mi prendevi tra le tue braccia,
stanche del lavoro dei campi alla sera,
e oggi penso che tu sussurrassi:
«È vero sono stata lontana,
ma ho anch'io come te desiderato
tutto il giorno quest'abbraccio».
E così sentivo che Dio m'abbracciava,
quel Dio di cui parlavi con riverenza, quasi con pudore.
Oh sì, tu, come ogni altra madre,
cercavi d'insegnarmi ad amare col tuo amore.
Ed ora che di te non resta che il ricordo,
aiutami a ricevere ancora e a trasmettere a mia volta
qualcosa di ciò che passava in quegli istanti.
Sarà questa la mia omelia più vera
di questa domenica colma delle stesse parole di Gesù,
che tu leggevi e rileggevi sempre da capo
come ad assaporarne l'intima forza
che ti faceva andare avanti,
ed affrontare le asperità della vita.
Per me ciò significa scegliere ancora
solo Dio, con la fiduciosa certezza
che il futuro è nelle sue mani
e nulla potrà giammai mancarmi. Grazie! (GM/27/02/11)
Isaia (49,14-15) - Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.
Matteo (6,24-34) - In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».