ORSOMARSO (Cs) - Il Comune di Orsomarso è socio di un'azienda che sulla carta non esiste. «Non ci sono atti amministrativi che dimostrano la reale consistenza e l'efficienza della società mista Alto Tirreno Cosentino». E' questa la denuncia del Consigliere comunale di minoranza Antonio Pappaterra in un comunicato che riceviamo e pubblichiamo integralmente.
«Sono oltre 6 mesi che, attraverso delle interrogazioni al Sindaco Paola Candia e agli uffici amministrativi del comune di Orsomarso, ho chiedo di conoscere e sapere dei contratti e degli atti stipulati con la società mista Atc che gestisce, o dovrebbe gestire, la raccolta differenziata nel comprensorio tirrenico da oltre 10 anni. L'amministrazione comunale sul caso è stata molto disponibile, ma dispiace constatare che in possesso dell'ente, che paga fior di quattrini per lo smaltimento dei rifiuti ad una società mista di cui siamo, come cittadini, anche proprietari, non ci sono atti, ne in originale, ne in copia conforme, che comprovano l'esistenza, la consistenza e l'efficienza della società Atc.
In pratica, per il comune di Orsomarso, l'azienda Atc è sconosciuta agli atti e le delibere con la quale l'ente ha comprato alcune azioni nel 2002, non garantiscono, ne specificano il tipo di rapporto economico e sociale con la stessa ditta. Siamo di fronte ad una vera e propria incognita che, alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno evidenziato la precarietà dello stato dei lavoratori dell'ATC, si fa sempre più preoccupante. Questo insolito vuoto di informazioni ufficiali sulla società mista non ci permette di conoscere la reale situazione economica gestita in questi anni dall'amministratore delegato Francesco Rovito e quindi di deliberare sulla prospettiva del miglioramento dei servizi nel territorio. La questione, però, non può passare inosservata dal punto di vista amministrativo, sia perché da parte degli enti locali come Orsomarso, Santa Domenica Talao, Verbicaro, Scalea, San Nicola Arcella, Praia a Mare, ed i maggiori comuni del comprensorio, che sono soci della stessa ditta, in questi anni c'è stato un assoluto menefreghismo che oggi, di conseguenza, viene pagato dai cittadini e dai lavoratori come handicap infrastrutturale pesante sul territorio, ma anche, soprattutto, perché gli aspetti della gestione dei rifiuti riguarda e dovrebbe riguardare il nostro territorio in prospettiva di un futuro economicamente sostenibile per gli stessi enti locali.
Al Comune di Orsomarso, come consigliere comunale, avevo chiesto di conoscere a che titolo la società operasse sul territorio, quindi lo statuto, la natura giuridica della società mista, gli atti e gli accordi amministrativi, la qualità e la quantità delle quote acquisite dall'ente che ha costituito la società mista nel 2001, eventuali protocolli d'intesa stipulati per la raccolta differenziata che pare non essere stata mai avviata, i progetti avviati e definiti, disciplinare di contratto, convenzioni e rendiconto dei verbali d'assemblea del consiglio di amministrazione della quale il comune di Orsomarso è socio. A distanza di oltre 6 mesi dall'interrogazione, ho constatato personalmente che in possesso dell'ente non c'è praticamente niente ed i pochi stralci ritrovati non sono in regola con la legge sulla trasparenza degli atti amministrativi. Di fronte a questo nulla, credo che la politica debba interrogarsi e prepararsi ad affrontare, eventualmente, il futuro con l'eredità scomoda di un probabile e prossimo fallimento della società».
(Antonio Pappaterra - Consigliere Comunale Grupppo Cuore Orsomarso)