LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Nell'anno liturgico in corso questa domenica coincide con la festa dell'assunzione di Maria. Le letture invitano a guardare a lei come alla prima creatura umana interamente realizzata. Maria, nell'atto di chiudere la sua esistenza sulla terra, è come trascinata dalla stessa sorte di quel Cristo al quale aveva dato la sua carne e il suo sangue e ora ne vive il dinamismo della risurrezione. Realizza così ciò che Paolo ha scritto di tutti: «Come in Adamo tutti muoiono così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo». Per Maria la venuta di Cristo viene a coincidere con il momento in cui pronuncia il suo ultimo "sì": il "sì" di chi lascia questa terra nel desiderio ormai incontenibile di ricongiungersi al Figlio. Ma è quello stesso Figlio a prenderla e a portarla definitivamente con sé, realizzando in pienezza ciò che hanno da sempre desiderato tante madri, senza poterlo conseguire, almeno non sulla terra. A realizzare la piena dimensione eterna, Maria non va tuttavia da sola. Nella sua umanità glorificata porta con sé ogni altro essere umano. Si potrebbe dire che nel raggiungere "il cielo" Maria porta con sé ogni desiderio di cielo che si nasconde e si esprime in tutti gli esseri umani.
PREGHIERA
Maria, madre nostra, oggi vorrei invocarti con un nome nuovo,
chiamandoti "Nostalgia del cielo!".
E lo dico pensando a quanto ti è costato
attraversare questa nostra terra,
nel duro lavoro di ogni giorno,
come di ogni madre,
o ancora peggio, per te, nell'ironia
di chi non credeva alla paternità divina di quel tuo Figlio,
Figlio di Dio, cui hai dato ciò che noi siamo
e che i nostri avi chiamavano:
"Sangue e latte di Maria".
Madre, ora che il tempo della tua lunga attesa
è sfociato nell'eterno,
guarda a noi talvolta assaliti
dalla stanchezza d'aspettare.
Se non sappiamo essere forti come te,
e nemmeno come quella che fu la nostra mamma terrena,
Madre nostra, celeste nostalgia, soccorrici con il tuo aiuto
e attiraci ogni giorno verso Gesù tuo Figlio,
che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen! (GM/15/08/10)
1^ Lettera ai Corinzi (15:20-26) - Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Vangelo di Luca (1,39-56) - In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.