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Il prossimo non solo come il proprio simile, ma come colui che può diventare e deve essere considerato tale

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Il dialogo tra Gesù e il «dottore della legge» mette in evidenza innanzi tutto la difficoltà dell'epoca, e non solo di allora, nell'identificare il prossimo. Ma chi è «il prossimo» (plēsíon) ? Il termine greco, noto già ad Omero, indica ciò che sta vicino e traduce il concetto ebraico di chi rientra nella sfera della propria vita e, più in generale, di chi appartiene al proprio popolo, o in maniera più restrittiva, come a Qumram, di chi appartiene alla propria comunità. Il Nuovo Testamento riprende, invece, l'idea affermatasi all'epoca del ritorno dall'esilio, del prossimo non solo come il proprio simile, ma come colui che poteva diventare tale e doveva essere considerato tale, insomma come sinonimo di ogni uomo. Gesù aggiungerà che prossimo è anche il nemico. Se all'epoca della sua predicazione la discussione verteva ancora sull'identità del prossimo, ciò accadeva forse anche per disattendere l'obbligo dell'aiuto a persone al di fuori della propria cerchia. Nel Vangelo odierno Gesù mostra l'inconsistenza della domanda, rovesciandola in maniera del tutto inattesa: «Chi è stato il prossimo per il ferito bisognoso di cure?». Perché poi? Perché Gesù vuole dimostrare innanzi tutto che l'amore non è una questione teorica, ma spesso, è un'urgenza pratica. E, in secondo luogo, perché esso è così impellente e di primaria importanza, da venire prima delle esigenze liturgiche e cultuali, quali quelle del sacerdote e del levita, tenuti per legge a non contaminarsi con il sangue per poter celebrare il culto nel tempio. Comprende chi è il prossimo chi pratica l'amore come vicinanza reale e non primariamente per ragioni religiose, ma per la semplice motivazione che l'amore basta a se stesso e anche per questo adempie tutta la legge. È l'amore vicino a chiunque voglia compierlo, senza doverlo andare a cercare nell'alto nei cieli o al di là dei mari delle innumerevoli controversie religiose.
(L'immagine visualizza al di sopra di un rotolo della legge i due momenti della parabola del samaritano come risultano illustrati e applicati a Cristo nel Codex Purpureus di Rossano Calabro. Immagini tratte da www.calabria.org.uk/calabria/artecultura/
CodexPurpureusRossanensis/codex12.htm
)

PREGHIERA
Prossimo, Gesù, è ogni uomo,
per il semplice fatto di essere tale
e tu per ogni essere umano
sei diventato carne e sangue,
scendendo fin sui margini delle nostre strade.
Strade tortuose, dove ancora oggi
in tanti modi si rischia la propria vita,
perché la fame del possesso
fa trattare gli altri come vuoti a perdere.
Qui tu, samaritano buono,
vieni a cercarci e, pur coperti di sangue e di fango,
ci prendi tra le braccia e ci curi,
ci riconduci a casa dolcemente
perché le ferite dolgano il meno possibile.
Oggi ti chiediamo di renderci capaci
di fare altrettanto, non guardando né alle etichette
e nemmeno agli impegni che ci attendono,
perché Tu Stesso ci attendi nell'amore
da praticare ogni giorno. Amen!
(GM 11/07/10)

Deuteronomio (30,10-14) - Mosè parlò al popolo dicendo: «Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l'anima. Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?". Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?". Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».

Vangelo di Luca (10, 25-37) - In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fà così».

11/07/2010

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2010/15-domenica-anno-2010-(c)-.aspx
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