LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace; come un torrente in piena, la gloria delle genti». Questa profezia della prima lettura contiene un'intima energia, capace di far fronte allo scetticismo diffuso tra gli Ebrei al ritorno dall'esilio. A una minoranza di credenti, osteggiati dai propri compatrioti, disillusi e contaminati dalle pratiche pagane (cf. Is 66,1-6) è garantita dalla Parola di Dio la gioia di una rinascita insopprimibile e l'avvento di una pace tale (shalòm) da attrarre tutte le nazioni. Il Vangelo sembra attualizzare questa promessa, che molti avevano confinato alla fine dei tempi. Gesù, invece, ne annuncia l'attualità, valorizzando tutta la collaborazione umana, a cominciare da quella dei suoi discepoli, mandati a due a due ad annunciare l'abbondanza e la fecondità dell'amore di Dio. Ad annunciare che Dio chiama alla felicità tutti gli uomini, a partire da chi sa essere "figlio della pace" (uiòs eirēnēs), perché "i facitori di pace" sono in realtà "figli di Dio" (uiòi Theou: Mt 5,9). Ma qui è anche il senso della nostra missione di cristiani: proclamare con i fatti e con la vita la gioia incontenibile di chi sa che i nostri nomi, al pari della nostra destinazione finale, appartengono al cielo, nel mentre attraversiamo questa terra.
PREGHIERA
Guardando verso le innumerevoli stelle,
cerco talvolta, o Signore,
confidando nella tua Parola, che copre ogni mia debolezza,
il luogo dove è scritto il mio nome.
Non è di certo negli spazi apparentemente sgombri,
dove astri di prima grandezza offuscano quelli più piccoli,
e nemmeno accanto ai grandi corpi celesti,
nella cui orbita altri si rigirano
con moto incessante...
Allora alzo lo sguardo verso la via lattea,
e mi immagino sia nascosto come punto lontano
tra tanti sterminati, che quasi in corteo
avanzano illuminando la storia degli uomini
e soprattutto coloro che si volgono verso lo stesso cielo
e il suo impalpabile silenzio,
per cercare il senso del loro vivere
e del loro morire.
In questo corteo, consentimi, di avere il mio posto,
perché non m'importa se il mio nome
tra tanti miliardi di altri non sia visibile.
Mi basta solo esserci e sentirti vicino.
E così sia. (GM/04/07/10)
Isaia (66,10-14) - Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l'amate. Sfavillate con essa di gioia tutti voi che per essa eravate in lutto. Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni; succhierete e vi delizierete al petto della sua gloria. Perché così dice il Signore: «Ecco, io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace; come un torrente in piena, la gloria delle genti. Voi sarete allattati e portati in braccio, e sulle ginocchia sarete accarezzati. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come l'erba. La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».
Vangelo di Luca (10, 1-12.17-20) - In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio". Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: "Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino". Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».