LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Dal seno dell'aurora, come rugiada, io ti ho generato». Questo verso del salmo 110 (109) della liturgia esprime in linguaggio poetico le origini del Messia nel progetto e nel cuore di Dio. Sebbene storicamente lo si identifichi con Davide, la tradizione cristiana vi ha visto un riferimento al Figlio di Dio, generato dal Padre da sempre. La rugiada, presente sui campi prima dell'alba e che offre umidità e possibilità di vita alle piante, è un'immagine suggestiva, che evoca in Dio stesso le origini e la fecondità di colui che è chiamato "sacerdote alla maniera di Melchisedek", cioè di chi non è sacerdote secondo la discendenza levitica, ma re di Gerusalemme e ministro del "Dio Altissimo" (El 'Eljôn: Gen 14,18-20). In quanto tale, Melchisedek benedisse Abramo e offrì "pane e vino". Conquistati dalle immagini che affiorano in questo contesto, possiamo intravedervi quel Gesù, che dopo aver offerto il pane materiale al popolo di Dio (Vangelo), si offrì alla fine come nutrimento attraverso il pane trasformato nel suo corpo e il vino tramutato nel suo sangue. L'immagine della rugiada dei campi richiama così la forza vitale che conferisce la vita senza fine, quella stessa che ci rende figli di Dio, attraverso il sacerdozio di Cristo e ci fa offrire ogni cosa in questo suo supremo atto d'offerta.
Preghiera
Biondeggiano ormai le messi
e presto diverranno alimento,
mentre la rugiada che precede l'aurora
si asciuga nel sole robusto di giugno
e ciuffi rossi di papaveri ricordano il fuoco ed il sangue.
Sì, Gesù, le spighe profumano ormai di pane
e questo rosso vivo ci rammenta
il prezzo del tuo dono, che ti è costata la vita.
Ma anche allora e soprattutto allora
tu non l'hai tenuta stretta per te,
ma l'hai disseminata,
più ancora che come in un'aperta campagna,
nel nostro mondo d'ogni giorno
nei segni del pane e del vino.
Ti preghiamo, pertanto, aiuta anche noi,
con la rugiada della tua Parola,
tu che sei Rugiada e Parola,
ad essere fecondi e portare frutti
anche quando dovessero
tingersi del rosso di qualche sacrificio che l'amore richiede.
(GM/06/06/10) /
Vangelo di Luca (9, 11-17) - In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
SALMO 109 - Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore. / Oracolo del Signore al mio signore: / «Siedi alla mia destra / finché io ponga i tuoi nemici / a sgabello dei tuoi piedi». / / Lo scettro del tuo potere / stende il Signore da Sion: / domina in mezzo ai tuoi nemici! / A te il principato / nel giorno della tua potenza / tra santi splendori; / dal seno dell'aurora, / come rugiada, io ti ho generato. / Il Signore ha giurato e non si pente: / «Tu sei sacerdote per sempre / al modo di Melchìsedek».