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L'intensità dell'amore nell'attesa del ritorno di ogni figlio lontano

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio!». L'accorata esortazione di Paolo (2^ lettura) ci introduce al tema dell'intensità dell'amore con cui Dio attende il ritorno di ogni suo figlio lontano. Lontano o perché anche "fisicamente" ha scelto di vivere separatamente da lui o perché, pur restandogli accanto, non ne ha mai capito e apprezzato l'amore. Sono due tipi di figli entrambi presenti nel Vangelo di oggi, che tuttavia insiste più sul vigore dell'amore del padre che sull'insensibilità dei figli. Tuttavia occorre dire che dei due accoglierà la riconciliazione e vivrà la dolcezza dell'abbraccio del padre, nella gioia dell'intera famiglia, solo il figlio che ha sentito la lontananza fino alle estreme conseguenze. Il primo figlio, al contrario, reagisce con gelosia e dispetto, rifiutandosi di partecipare alla festa. Ma qui è appunto il problema, simile a quello che tocca non pochi delle nostre comunità: c'è rimasto davvero anche con il cuore o c'è rimasto solo fisicamente, accampando alla fine diritti che tradiscono con le sue paure il suo calcolo e il suo egoismo?

PREGHIERA
È lunga la strada che riconduce a casa,
ma più lunga ancora è quella che conduce
a riconoscere i propri torti
per ripartire verso chi ci ama e ci aspetta.
È come riprendere la strada del deserto
e camminando non vedere l'ora
di ritornarti accanto, Padre buono,
da cui tutto parte e a cui tutto fa ritorno.
Ma quando tu sei già di nuovo nella mente
nemmeno il deserto fa più paura
e più azzurro risplende il cielo
che sovrasta una pista diventata strada.
Se stretta è la via che porta alla salvezza,
diventa smisurata quella sulla quale
la tua bontà e la tua tenerezza
ci corrono incontro, anticipando il tuo abbraccio.
Sì, un abbraccio che di sicuro non meritiamo,
ma che ancora una volta ci mostra
che prima di creare noi fragili esseri umani
da sempre avevi già generato da Misericordia:
appunto il tuo Figlio, venuto tra noi a dircelo e per sempre.
Grazie, Padre buono, aiutaci a non approfittarne. Amen!
(GM/14/03/10)

Vangelo di Luca (15,1-3.11-32) - In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: "Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò... il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"».

2 Corinzi (5,17-21) - Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

13/03/2010

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/locandina-2010/4%5e-domenica-di-quaresima-2010-(anno-c).aspx
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