LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Il Vangelo di questa prima domenica di quaresima ci presenta Gesù ripetutamente tentato. Forse potremmo raccogliere le prove che egli supera, e che ricordano quelle che avevano afflitto gli Ebrei liberati dall'Egitto, intorno alla tentazione della rinuncia alla solidarietà. Questa tentazione scatta ogni qualvolta pensiamo di essere così pieni di problemi e di necessità personali, da dover rinunciare a qualsiasi altro progetto, fosse anche quello intravisto come progetto di Dio sulla nostra vita. Se tuttavia superiamo la tentazione delle difficoltà viste tutte in una volta, ma le affrontiamo l'una dopo l'altra, appunto come una serie di dune da attraversare al momento debito, possiamo coltivare la speranza di trovare una via che ci conduca nel labirinto della vita. Riscoprendo la Parola di Dio come la Presenza a noi più vicina e più liberante (vedi seconda lettura), il nostro cammino si popola degli altri prima nel pensiero e poi lentamente nella realtà. Riscoprire la propria missione è saper avanzare su questa pista, anche se talvolta sembra arida e interminabile come quella di un deserto.
PREGHIERA
Una pista nel deserto
sembra anch'essa cercare una via d'uscita
dal labirinto delle dune tutte uguali
e tutte diverse l'una dall'altra, che a lungo andare
annebbiano la vista e stancano la mente...
E così la prima tentazione si affaccia:
quella del pane e del suo sapore casalingo
irrimediabilmente perso.
Nostalgia da superare, perché rischia
di bloccare il nostro futuro,
rendendoci schiavi dei ricordi,
e così è di quella tentazione
che si chiama potere: volontà di dominio
in nome di un futuro che si vorrebbe
a propria immagine e somiglianza,
ed infine, Gesù c'è la tentazione del presente:
quella che vorrebbe legarti al nostro carro
e fare di te l‘esecutore dei nostri progetti.
Liberaci dal male e facci proseguire sulla tua strada,
anche quando non vedessimo che sabbia e roccia
e dune interminabili, come nel deserto di Giuda.
(GM/21/02/10)
Vangelo secondo Luca (4,1-13) - In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo"». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Lettera ai Romani (10,8-13) - Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».