Con una nota stampa l'MPA di Marcellina interviene sui fatti di Rosarno che noi volentieri pubblichiamo
ALTO TIRRENO - I fatti di Rosarno dimostrano in maniera inconfutabile quanto "difficile" sia la gestione democratica e trasparente del territorio e, quindi, delle comunità che lo abitano da tanto o da poco tempo. Le "regole sociali", quelle scritte nei codici e quelle incise nelle nostre coscienze, base di una convivenza civile, sono costantemente messe sotto i piedi, sono piegate alle logiche clientelari. I fatti di Rosarno fanno riflettere tutti noi su cosa sia diventata oggi la "politica" e su come questa sia interpretata dalla classe politica che dovrebbe governare i processi delle comunità. Questa classe politica ormai incapace di gestire le aspettative delle popolazionI perché convinta che tutto si risolva con la "promessa", col "piacere", col "posto".
Al di là di tutte le possibili considerazioni sociologiche, emerge chiaro un risultato: i partiti tradizionali e lo Stato, così come oggi organizzato e gestito nelle varie articolazioni, hanno fallito nel Governo del territorio meridionale e oggi abbiamo iniziato a pagare le loro responsabilità e mancanze. Emerge chiaro che i partiti, specialmente al Sud, vengono percepiti, perché si muovono, come gruppi di privilegiati - Casta - che intercetta e manovra a piacimento ogni risorsa disponibile. Qualunque "Permesso", Nullaosta, "Autorizzazione","Parere", perfino Certificati, Ricoveri in Ospedali Pubblici, Visite Specialistiche in strutture pubbliche, Esami particolari, possono essere fatti in tempi ragionevoli solo se sostenuti dalla raccomandazione di "Amici" o da qualche "regalo" che gli "Amici" sanno a chi fare. Nessun partito, o parte di esso , corrente che sia, si fa mai carico di modificare questo stato di cose. Perché ? Il Meridione d'Italia è stato ormai messo definitivamente in ginocchio sia economicamente sia, soprattutto, nella speranza di migliorare. Il libero mercato globale, senza regole, o meglio in cui l'unica regola è il profitto, ci condanna alla sudditanza perenne dai grandi gruppi, dai grandi capitali. Solo le risposte politiche, di una classe politica illuminata ma vicina alla popolazione, potranno rimediare a questa tendenza. Solo una politica forte e non collusa può opporsi a questa deriva neo-colonialista.
L'unica cosa che sono riusciti a fare i "grandi partiti" dopo i vergognosi fatti di Rosarno è "indignarsi, prendere le distanze". Forse hanno "salvato la faccia", ma i cittadini si chiedono: dove erano i partiti, le istituzioni, quando si creavano le condizioni di quello che è accaduto? Dove erano gli organi istituzionali di controllo, zeppi di funzionari assunti forse per meriti unicamente "politici"? I furboni che governano i partiti sanno che al momento opportuno (quando arrivano le elezioni ) i meridionali sono abituati a dividersi (e tanti, purtroppo, a vendersi per promesse il più delle volte mai mantenute). I furboni che governano i partiti, sanno che non siamo abituati ad organizzarci. I furboni che governano i partiti sanno bene che noi meridionali siamo passionali, idealisti, accesi "tifosi", pronti a litigare sulle tante piccolezze che loro ci propinano ad arte, mentre trovano il modo come "organizzare il territorio" scientificamente, scendendo ad ogni compromesso, senza lasciare niente al caso pur di raggiungere i loro piccoli miseri obiettivi.
Noi dell'MPA pensiamo che sia giunto il momento di prendere coscienza e ribellarci a questo stato di abbandono e di isolamento che si verifica ormai, in modo alterno, dal tempo in cui è stata decisa e completata la cosiddetta "unità" d'Italia. Noi dell'MPA pensiamo che sia arrivato il momento di reagire civilmente e democraticamente con fantasia, decisione, libertà di pensiero e di azione, cominciando a ragionare con la nostra testa. Forse commetteremo errori ma vogliamo provare a fare qualcosa per cambiare. Riteniamo che i motivi per organizzare dei movimenti politici meridionali, che rappresentino e difendano gli interessi e le ragioni dei meridionali siano maturi e non più procrastinabili. Dobbiamo avere il coraggio di andare controcorrente. Andare nella direzione dove tutti vorremmo andare: il nostro riscatto civile, sociale ed economico, ma non si ha la forza e il coraggio di farlo. Abbiamo i motivi per farlo: riscattare le nostre comunità da questo stato di continua sottomissione , assistenza, galleggiamento in una palude puzzolente, che non ci fa morire, ma neanche "vivere" per come potremmo.