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Quel fulgore con il quale alla fine dei giorni splenderanno come astri del firmamento

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - L'anno liturgico volge al termine. Le letture invitano a guardare alla fine di ogni cosa nella prospettiva della speranza. Quella che nella morte sa scorgere il sonno di chi si risveglierà per una nuova vita e sa intravedere nelle rovine di una città e di un popolo esiliato e umiliato i segni di una radicale e definitiva rinascita. Gesù invita a guardare ai segni premonitori, simili a quelli del risveglio della natura quando sta per arrivare l'estate. Quali possono essere? A fronte del radicalizzarsi di certe forme di male e di violenza gratuita, che sembrerebbero annunciare la fine per auto estinzione dell'umanità, la prima lettura ci invita a saper scorgere anche le forme in cui ancora più preziosamente rifulge il bene. I giusti infatti mostrano già l'anticipo di quel fulgore con il quale alla fine dei giorni splenderanno come astri del firmamento. Ciò vale per la storia generale, ma vale anche per la vita quotidiana di ciascuno di noi. Scorgiamo in noi stessi i segni di una stanchezza, che se lasciata a se stessa, ci porta fatalmente alla rovina, ma vi possiamo e dobbiamo vedere anche i segnali che sanno farci ricominciare a vivere ogni giorno come un nuovo giorno. Il segreto è considerare proprio ogni giorno come se fosse l'ultimo della vita precedente e il primo di una vita radicalmente rinnovata.

PREGHIERA
Gli astri illuminano la notte,
così come i saggi e i giusti incontrati ogni giorno
illuminano le mie, le nostre giornate.
Sì, questa storia che vivo nella mia umanità,
con le sue ferite e le sue stanchezze,
reclama ancora giovinezza
e quotidiano rinnovamento.
Di questo ti rendo grazie, Signore
e ti chiedo che ogni volta che il mio cielo si chiude
mi faccia guardare in alto e che spinga lo sguardo
al di dentro di ogni cosa ed evento:
solo così potrò scorgere ancora quella luce
che arde e mai si spegne
e che nella sua solitaria grandezza
anticipa già la vita immortale senza tempo. (GM/15/11/09)

Daniele (12,1-3) - In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c'era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Vangelo di Marco (13,24-32) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

 

14/11/2009

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/2009/33%5e-domenica-dell%27anno-b---2009.aspx
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