SCALEA - Il silenzio del vice Sindaco Campilongo e della commissione bilancio sulla questione tributi comunali è inammissibile e ingiustificabile. Che fine hanno fatto i soldi dei contribuenti?
Pappaterra: Due anni fa scoppiava il caso Cartelle Pazze nel comune di Scalea, da allora ancora si attendono chiarimenti.
Dal Presidente dell'Associazione la Scossa riveviamo e pubblichiamo
«Il Silenzio del vice Sindaco Campilongo, l'assessore al bilancio del comune di Scalea, e il vuoto di informazioni, soprattutto sulla famosa "indagine conoscitiva", avviata due anni fa, a seguito del caso "Cartelle Pazze", dalla commissione consiliare al bilancio presieduta dal consigliere comunale Giorgio Cozzolino, nei confronti della gestione dei tributi da parte della San Giorgio Spa, poi, senza ratifica in consiglio comunale, divenuta Ipe Spa, finalizzata ad accertare e chiarire la procedura di alcune anomalie esattoriali legate alla questione dei versamenti che la ditta concessionaria non faceva regolarmente al comune di Scalea, non fa ben sperare per il futuro delle casse cittadine. Il limbo di una questione sospesa da mesi, da parte della stessa commissione consiliare, pare essere diventata un inferno di quesiti senza soluzioni, specialmente nei giorni scorsi, quando il Direttore Generale del comune di Scalea, Ciro Alifuoco, ha comunicato la scadenza del contratto con la Tributi Italia Spa, già concessionaria della riscossione delle entrate, mentre ai cittadini, comunque, continuavano a pervenire richieste di pagamento di tributi con conseguente avviso di procedura coattiva in caso di inadempimento da parte della ditta con contratto in scadenza.
Un contrasto che non è passato certamente inosservato agli occhi dei contribuenti che da giorni hanno cominciato a subire il clima di incertezze che gravita attorno alla questione dei tributi a Scalea, generando enormi preoccupazioni per il futuro della stessa città. Oggi sono troppe le domande che non hanno risposte sulla situazione di cassa del comune di Scalea ed il silenzio dell'assessore al Bilancio, Mauro Campilongo, avvalorato da quello dei componenti della commissione consiliare al bilancio, non si giustifica più. A questo punto, visto il deficit di programmazione del comune di Scalea nel settore, oltre il quesito dell'indagine conoscitiva che pare da definire mai avviata, l'amministrazione comunale dovrebbe diffidare la Tributi Italia Spa dall'inviare ulteriori richieste di pagamento ai contribuenti e nello specifico provvedere d'urgenza anche a comunicare pubblicamente, per ognuno degli ultimi tre anni, l'importo dei ruoli o delle liste di carico per ciascun tributo, o entrata non tributaria, trasmesse alla Tributi Italia per la riscossione. Inoltre, lo stesso vicesindaco di Scalea che ha la competenza sul Bilancio, dovrebbe precisare quanto è stato versato nelle casse comunali per ciascun ruolo o lista di carico, quantificare l'ammontare dell'insoluto, indicando, fra l'altro, le procedure poste in essere per il recupero dei crediti ed indicare, allo stesso tempo, quali provvedimenti sono stati azionati, nel tempo, a tutela del bilancio comunale.
Domande che urgono una risposta e che in sintesi chiedono apertamente all'amministrazione comunale: che fine hanno fatto i soldi dei contribuenti? Dopo dieci anni di amministrazione Russo, ancora attualmente non si riesce a comprendere a quali obiettivi di crescita sociale mirava la sua giunta quando ha scelto di affidare il servizio tributi a ditte concessionarie che ogni due anni cambiavano sede, ragione sociale e ammontare del capitale sociale senza comunicare al consiglio comunale, come recita il DPR 267/00, il cambio della gestione del servizio, ma anche questa è rimasta e crediamo rimarrà, probabilmente, una domanda senza risposta».
Antonio Pappaterra