ITALIA SCUOLA - Certificazioni delle competenze. Secondo il Ministero le scuole "potranno" ... e non "dovranno". Mai peggio di così!
Ero certo che, ormai, a pochi giorni dagli scrutini, della certificazione delle competenze nella scuola primaria e secondaria di primo grado non se ne facesse più nulla. Anche perché con il dm 22 del 24 febbraio – cioè di ben tre mesi fa – con cui il Miur ha pubblicato il modello di diploma di licenza media, una paginetta semplice semplice, sembrava che ‘a nuttata fosse passata e che il Ministro avesse compreso che quanto disposto dalla legge 169 in materia di valutazione, rimasto oggetto di un regolamento fantasma, privo di tutti i crismi ufficiali, restasse a bagnomaria. In effetti quel modello di diplomino sembrava fare giustizia di tutte le illazioni sulle certificazioni e i suoi misteri: individuava cinque voti secchi secchi, dal sei al dieci! Da quel giorno di febbraio tutto sembrava tacere e tutto sembrava di fatto rinviato a data da destinarsi, per lo meno al prossimo anno scolastico!
Invece no! Sarà colpa dei computer ministeriali, la cui memoria è sempre vigile e attiva! E’ così che qualche giorno fa con due circolarine semplici semplici, la 50 e la 51 del 20 maggio – cioè ieri! – il pachiderma sempre memore si è risvegliato! E ci ha puntualmente ricordato che la certificazione delle competenze… si ha da fare! E di quali competenze si tratta? Il Miur non lo dice, o meglio non lo sa! Infatti confessa testualmente: “In attesa della definizione, con decreto ministeriale, del modello di certificazione delle competenze, di cui all’articolo 10 del dpr 275/99, le istituzioni scolastiche potranno procedere alla sperimentazione di propri modelli sulla base delle esperienze condotte negli anni precedenti” (cm 51/09). “Potranno” e non “dovranno”… Uno strumento di discriminazione? Avremo scuole brave, pardon… eccellenti, che certificheranno e scuole modeste o riottose che, invece, non certificheranno? Comunque avremo una casistica di certificazioni assolutamente non comparabili!
Ma non è finita! Il Miur ci ricorda anche che “l’articolo 3 della legge 169/08 ha innovato la materia della certificazione della competenze, prevedendo che sia accompagnata da un voto espresso in decimi, sia al termine della scuola primaria che della scuola secondaria di primo grado”. Su questa questione dell’uso dei voti decimali per certificare competenze sono mesi che ci è stata una levata di scudi! Detto molto in sintesi, una competenza c’è o non c’è! Se è stata acquisita, viene accertata, quindi certificata. Se non è stata acquisita, molto semplicemente non viene né accertata né certificata! Semmai una competenza potrebbe essere graduata, da un livello di essenzialità ad uno di eccellenza, ma si tratta pur sempre di un’operazione che nulla ha a che vedere con i voti! Una norma errata si corregge! Ciò non è stato fatto! Al limite, la si lascia cadere! Ma il nostro Ministero ha la memoria di un elefante!
Insomma, una cosa è certa: quando si parla di competenze, il nostro Ministero non ci capisce nulla, rinvia alle calende greche e scarica sulle scuole un compito che è anche loro, certamente, ma solo in seconda battuta! Quando cioè determinate competenze, valide per l’intero territorio nazionale sono state centralmente definite! Sono l’autonomia e lo stesso Titolo V che allo Stato affidano il compito di dettare le norme generali e quindi competenze terminali e alle scuole di realizzare i curricoli in funzione di quelle competenze e di certificarle.
Ma vi è un’altra circostanza, sempre a proposito di competenze: nella circolare 50, nella parte relativa al secondo ciclo, non c’è alcun accenno al fatto che con il presente anno scolastico si conclude la prima esperienza di innalzamento dell’obbligo di istruzione e che a giorni i consigli di classe dovranno certificare le competenze degli alunni che ne faranno richiesta, come recita l’articolo 4 del dm 139/07. Il Ministero ha corredato tale decreto con due allegati, il primo relativo alle competenze culturali, il secondo alle competenze chiave di cittadinanza, necessarie perché l’attestato possa circolare ed essere letto e compreso dai partner europei. Allora veramente cadiamo dalle nuvole e non ci capiamo più niente! Le competenze che il Ministero non è capace di produrre sono affidate all’inventiva delle istituzioni scolastiche; invece, sulla certificazione delle competenze che il Ministero stesso ha prodotto e sottoscritto – quelle della terminalità degli studi obbligatori – non si dà alcuna istruzione. A tutt’oggi il relativo modello di certificazione non è stato prodotto!
Stando così le cose, se il Miur tacesse e chiudesse i battenti almeno per un anno sarebbe la cosa migliore! Dato che combina solo guai! Se un comandante non sa dare istruzioni… Mah! Continuiamo a rimpiangere la Falcucci… e i Direttori generali di un tempo, che stavano dalla parte delle scuole!
Roma, 24 maggio 2009