LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Il nostro bisogno di segni impressionanti per il loro impatto straordinario e prodigioso non è da meno di quello dei Greci e dei Giudei, di cui parlano le letture. Ma a ben considerare le cose, quello che Gesù compie nel tempio è proprio uno dei segni più grandiosi che ci potessero essere. Con una veemenza insolita e che ci impressiona, egli fa piazza pulita di quanto stravolgeva quella sede di incontro gratuito e amorevole con Dio a luogo di contrattazioni e compravendita. Alla mercificazione di quanto c'è di più sacro, l'incontro con Dio, reagisce così colui che sarà osteggiato e rifiutato dalle autorità del tempio fino ad essere crocifisso e apparire come estrema debolezza e insensatezza. Ma quando questo di lì a poco accadrà, sarà proprio quel suo corpo piagato dagli uomini ad attestare dalle sue più recondite fibre che l'uomo attraverso Cristo ritrova la strada che lo conduce a Dio nell'assoluta gratuità di un amore irreversibile. E ciò significa anche una "sacralità" non più mercificabile o da mercificare. Ciò vale per ogni uomo e per ogni popolo, ma vale ovviamente soprattutto per la Chiesa, a monito perenne, perché non cada nello stesso errore.
(Nella foto la spianata di Gerusalemme, dove sorgeva il tempio)
Preghiera
Ampia appare oggi la spianata
dove sorgeva quel tempio,
da dove la vista si allarga
e nel cielo orientale si perde.
Quando tu vi arrivasti, Gesù,
il tepore della primavera
risvegliava la natura e la pasqua imminente
riscaldava i cuori al ricordo
della libertà dei padri riconquistata
dopo tanta oppressione...
Si preparava il memoriale
e il tempio tornava ad essere
il cuore pulsante di un unico popolo,
raccolto intorno al suo Dio, e che, sapendo
di non essere del tutto libero, proprio lì comprava e vendeva quanto
serviva ormai più che alla vita al suo culto...
E allora facesti l'incredibile,
scacciando quanti lo avevano ridotto
a un mercato, indicando per sempre
anche alla tua Chiesa, che essa
non dovrà mai rinunciare ad essere il luogo
dove la libertà non ha prezzo e l'amore non si compra, ma si vive e si dona giorno per giorno. (GM/15/03/09).
Prima Corinzi (1,22-25) - Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Vangelo secondo Giovanni (2,13-25) - Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.