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Contrordine: stop agli Ateobus

Bloccati gli ateibus genovesi: vietato dire che Dio non esiste

Contrordine: nessun autobus porterà sulle fiancate i manifesti della campagna a favore dell’ateismo. La concessionaria degli spazi pubblicitari della società di trasporti genovese, la IGP Decaux, ha deciso di non concedere lo spazio alla Uaar e allo slogan “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”, annunciato nei giorni scorsi. E' la censura dell'ateismo. Ecco le reazioni.

ITALIA - La bocciatura, da parte della IGPDecaux, della campagna UAAR per gli ateobus ha scatenato, come prevedibile, un vero e proprio diluvio di polemiche. I due gruppi dedicati all'iniziativa aperti su Facebook (Vogliamo i bus atei in tutta Italia!!! e Bus atei) in poco tempo hanno già rispettivamente raggiunto i 1.185 e gli 811 iscritti.
La notizia ha già fatto il giro del mondo (è arrivata anche in Sudafrica), e gli organi di informazione danno oggi ampia copertura della vicenda. Dal mondo politico, a sostegno dell'iniziativa UAAR è giunto l'invito di Franco Grillini, che ha parlato di "grave segno della mancanza di libertà che si registra oggi in Italia dove esiste una dittatura clericale che non consente il dissenso e le critiche", invitando a estendere la campagna degli ateobus in tutta Italia. Pia Locatelli, capodelegazione del Ps a Strasburgo e presidente dell'Internazionale socialista delle donne, ha rilevato che "dove non colpisce la censura arriva l'autocensura", constatando che "in Italia si può liberamente ragionare su ogni credo religioso ma non sull'ateismo, considerato alla stregua, se non peggio, della pornografia, mentre i credenti vengono considerati come bambini incapaci di accostarsi liberamente e convintamente alla loro fede, qualunque essa sia".

Massima attenzione a Genova, ovviamente, dove un sondaggio sul sito del Secolo XIX vede al momento prevalere i favorevoli alla campagna UAAR. Il sindaco Marta Vincenzi ha chiesto attraverso l'AMT di conoscere nel dettaglio i motivi della decisione della concessionaria di pubblicità, anche se già le appaiono facilmente comprensibili. "Un'autentica censura" l'ha definita la Federazione Giovanile Comunisti Italiani.

Monsignor Franco Granata, rettore del Santuario della Guardia, non nasconde invece la sua gioia: "una minoranza di quaranta persone ha tenuto sveglia l'intera nazione su un tema che, in fondo, non è loro". Don Silvio Grilli, direttore del Cittadino, organo di informazione della Curia di Genova, ha parlato di "una buona notizia e una scelta illuminata". Lo stesso don Grilli, nei giorni scorsi, (vedi Repubblica online di ieri) aveva del resto chiesto lo stop della campagna: "In quanto al fatto che la pubblicità dovrebbe essere esposta sugli autobus, un bene per la comunità e per la città, è pensabile che coloro che dirigono l'azienda abbiano la capacità di valutare se sia davvero vantaggioso per loro accettarla. Come rifiutano pubblicità disdicevole, pornografica e offensiva della sensibilità delle persone che utilizzano i mezzi pubblici, sicuramente terranno conto dei contenuti di questa proposta e dei giudizi della gente". Tali parole sono state definite da Corrado Augias, oggi su Repubblica, "il ricorso ad un'allusione che ricorda da vicino l'ambiguo linguaggio della mafia". La dichiarazione di Grilli faceva seguito al ‘vaticinio' di Avvenire, che l'altro ieri aveva anticipato che il debutto appariva ormai "sempre più in forse", pur senza esplicitare la fonte della sua informazione. Sempre dei giorni scorsi è l'uscita dell'ormai impagabile Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria: dopo aver accusato l'azienda di trasporto genovese di "vendere l'anima al diavolo pur di incassare i soldi della pubblicità dell'UAAR", e dopo aver esortato i fedeli a non pagare il biglietto, perché "tanto lo paga il demonio", ha aggiunto di non volere "che quel bus, dove il diavolo ha messo la sua pubblicità, magari avesse qualche incidente" (Agenda Comunicazione).

Una segnalazione da Bologna: volantini del Movimento per la vita, con il chiaro obbiettivo di stigmatizzare le donne che abortiscono, sono presenti sul vetro dietro l'autista in buona parte degli autobus urbani. La società che cura la pubblicità sui mezzi di trasporto nel capoluogo emiliano è anche in questo caso la IGPDEcaux.
In questi giorni, e ancora in queste ore, l'UAAR è stata letteralmente inondata di messaggi di solidarietà, di nuove iscrizioni e di sottoscrizioni per la campagna di donazioni: il Comitato di coordinamento ringrazia ancora una volta tutti, e si impegna a portare avanti la campagna in tutte le sedi opportune.

Fonte: Uaar
17/01/2009

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/italia/2009/chiesa-cattolica/spot-ateismo/stop-ateobus.aspx
Data: venerdì 22 novembre 2024 - 22:26:46